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lunedì 28 settembre 2009

Etica fonetica - 3

Nel febbraio del 1987 io, mio fratello Antonio e il nostro amico Fabio abbiamo la precoce rivelazione che la vita è fondamentalmente ingiusta. Al Festival di Sanremo di quell’anno, infatti, il nostro beniamino Toto Cutugno è battuto dal trio formato da Morandi, Ruggeri e Tozzi che ci parvero dei super raccomandati da Pippo Baudo.
Di lì a pochi mesi il testosterone, tracimando, avrebbe invaso la nostra infanzia e dato una decisa virata ai gusti musicali portandoci su mondi lontanissimi, accendendo luci a San Siro, sparando con Piero un colpo dietro all’altro e cogliendo le prime mele. E i miei genitori, che in quanto ad arditezze non erano andati più in là di Celentano, ci guardavano cantare di gesuiti euclidei e pulci d'acqua. Quel febbraio lì, però, volevamo vincesse Cutugno e Cutugno cantava una zuccherosissima “Figli”.
Da allora ho incontrato tanti brani dedicati alla paternità, con i cantautori particolarmente propensi a dedicarsi alla tematica. Fatti salvi Battiato, De André e De Gregori che non mi pare abbiano preso in considerazione l’argomento, i versi più raccapriccianti sul tema sono ancora una volta di Cutugno. Li fa cantare ad un Adriano Celentano melanconico nel constatare che sulla gambe della figlia “le calze a rete han preso già il posto dei calzettoni”.
Che intanto il tempo se ne andava, se ne accorse pure Guccini, ma con tutt’altra pasta poetica e con un’attenzione anatomica leggermente più ardita.
Mi riferisco a “Culodritto”, una poesia con un incipit memorabile e un equilibrio sentimentale dosatissimo tra affetto, augurio e malinconia. Peccato che questa prova sia stata offuscata in anni più recenti dalla cupa tristezza di “E un giorno”. Avere figlie femmine, d’altronde, non deve essere semplice.
Anche Vecchioni ha affidato ad una canzone, "Figlia", il suo augurio ribelle per la figlia Francesca. Canzone bellissima a cui ha fatto seguito una imbarazzante “Piccolo pisello” composta in onore del figlio agli inizi degli anni ’90.
Figli maschi e canzoni oneste, cioè sulle loro corde, anche per Baglioni ("Avrai") e Jovanotti ("Per te"), che però non hanno mai avuto troppa presa su di me.
Le mie preferite sul tema rimangono, quindi, “Futura” di Dalla e la misconosciuta “Canzone per Sarah” una ninna nanna dolcissima che Branduardi inserì per la propria figlia nel fortunato album “Alla fiera dell’est”. Non ne ho trovato un video, ma qui si possono leggere le parole. E intanto il tempo se ne va e abbiamo finito il sesto mese.

N.B. Sarò a Pescara per lavoro durante tutta questa settimana. Lorenzo ha già dimostrato di potercela tranquillamente fare senza di me. Immagino che per voi valga lo stesso.

sabato 26 settembre 2009

Con le mani in mano

Questa mattina, come tutte le mattina in cui potrei stare a dormire fino alle dieci, mi sono ritrovato completamente insonne alle sette e un quarto. Esattamente quindici minuti prima dell’orario in cui la sveglia feriale mi ricorda che devo andare a lavorare, cogliendomi con una gran voglia di dormire fino alle dieci, magari le nove, mi basterebbero anche le otto e mezza.
Lo so, capita a tutti. E poi non sono il tipo da piangere sul sonno versato. Ho deciso, quindi, di dare letteralmente una mano a Laura che faticava a riposare a causa dei movimenti di Lorenzo. Ho appoggiato il palmo sul pancione, ho atteso i due o tre calcetti con cui di solito ci riconosciamo e sono rimasto lì, mentre lui tornava a sognare quello che sognano i bambini di quell’età: cordoni ombelicali fiammeggianti tra i bastioni di Orione, morbide fasce muscolari su cui dondolarsi, placente alate, enormi distese di vasi sanguigni che lo cullano al ritmo di Bach.
È un esperimento che io e Laura facciamo spesso. A lei consente di riposare, a me di sentirmi importante. Mi ero pure convinto di avere un qualche superpotere pranoterapeutico, almeno finquando non ho letto che è una faccenda piuttosto frequente e dipende dal fatto che la mano porta calore al bimbo e lo rasserena.
Peccato, perché stavo pensando che avrei potuto sfruttare commercialmente questo mio potere. Me ne sono convinto quando ho visto la mia casella di posta elettronica intasata da messaggi di amici ed ignoti in possesso del mio indirizzo, convinti che Bill Gates sia diventato l’uomo più ricco del mondo facendo testare i suoi programmi ad illustri sconosciuti che inoltrano una mail e vengono pagati con qualche chilo di bigliettoni da cento dollari (qui per saperne di più). Alle mie rimostranze (che trovate compendiate qui), qualcuno ha risposto che in effetti avevo ragione, ma in fondo “non si sa mai”.
Per cui sapete che vi dico? Se a qualcuno interessa sono un formidabile pranoterapeuta e addormento anche i bambini più discoli in cinque minuti cinque. Io ci provo, non si sa mai.

giovedì 24 settembre 2009

Etica fonetica - 2



“Lorenzo ascoltami bene, sono il papà!”
E' scandendo questa frase che inizio tutti i discorsi che rivolgo al nostro Puntointerrogativo. Lo faccio perché non mi rassegno agli esperimenti condotti sui neonati che dimostrano inequivocabilmente che i bambini di poche settimane non riconoscono i suoni paterni.

Messi in mezzo tra la voce della mamma e quella di un’estranea i lattanti si girano sempre dalla parte da cui proviene la voce materna. Tra il papà e un estraneo, invece, prestano attenzione indifferentemente all’uno o all’altro. Persino il battito cardiaco della mamma viene preferito alla voce del papà. Io ieri sera gli ho cantato “Grazie Roma” in un momento di entusiasmo da turno infrasettimanale e “Sognando la California” in omaggio al temporale in corso. E tutto questo finirà per confondersi in un indistinto brusio? Ha lo stesso valore dell’emissione di fiato di uno sconosciuto?
D’altra parte sono i rischi che si corrono quando si decide di mettersi un estraneo in casa.

martedì 22 settembre 2009

Etica fonetica - 1



Alla ventiquattresima settimana anche il sistema uditivo perde i punti interrogativi e si trova completamente formato. Il feto ascolta soprattutto il rumore del sangue che fluisce nella placenta. Dicono che assomigli alla risacca del mare ed è per questo che troviamo tanto rilassante ascoltare le onde che si affaticano contro le scogliere. Ci riportano alla tranquillità di un'esistenza amniotica.
Un altro suono costante nell'utero è il ritmo del cuore della mamma, ma il feto sarebbe anche in grado di ascoltare le voci e la musica che provengono dall'esterno. I libri e i siti internet, quindi, ci consigliano di parlare molto a Lorenzo e di fargli ascoltare musica.
Già, ma quale? Il nostro testo di riferimento cita degli studi della Boston University secondo cui gli autori che il bambino preferisce sono Mozart e Vivaldi sopra tutti. Seguono Chopin, Bach, Dvorak e Schubert. Qualche concessione alla modernità per Enya.
Da evitare il rock, Brahms e Beethoven (forse per timore di qualche effetto Arancia Meccanica, ma dimenticando l'adorabile Schroeder dei Peanuts).
Tutta la mia stima per la città in cui si forgiarono i destini dell’america indipendente e campioni come Larry Bird e Robert Parish che contesero negli anni ’80 i più bei titoli NBA ai Los Angeles Lakers, ma nutro qualche perplessità sugli studi.
Ci deve essere, infatti, un pentagramma che si curva da qualche parte e, correndo a precipizio, porta dalla sonata k331 e dalle toccate e fughe prenatali, alle tagliatelle di Nonna Pina e ai Caffè della Peppina della prima infanzia. Per poi inabissarsi ancora fino ad arrivare giù giù a Britney Spears e ai Tokio Hotel che leniscono malamente i brufoli dell’adolescenza. Qualcuno della Boston University ci starà studiando veramente su questa degradazione d'ascolto. Hanno parecchi fondi pubblici sulla East Coast.
Nel frattempo io e Laura ascoltiamo quello che abbiamo sempre ascoltato e che Euterpe ce la mandi buona.

venerdì 18 settembre 2009

il sogno nel cassetto

Appena capiscono che sei stato in grado di concepire un figlio, allora si aspettano di tutto da te. Persino che tu sia capace di montare la cassettiera per il bambino. Però è stata onesta. Me lo ha detto con quattro mesi di anticipo, per darmi tutto il tempo necessario. E così di venerdì sera mi sono ritrovato con il seguente foglietto per le istruzioni che in confronto il teorema di Gauss sembra l'istruzione per la sorpresa dell'ovetto Kinder.

Anni di videogiocate con Tomb Raider, tuttavia, mi hanno reso la vita più facile. Il venerdì sera si è fatto sabato mattina, i maledetti cacciaviti pensati per i destri hanno reso più difficile la sfida, ma anche più splendida l'impresa e il rebus si è risolto in una splendida cassettiera per Lorenzo. Mia moglie mi guarda incredula, mio figlio può essere fiero di me. Vado a letto ricoperto di gloria con la soddisfazione dell'uomo che si è fatto da sé il fai da te:

Vicini di pancia



Incrociamo per il vicolo il nostro dirimpettaio. Il solito portamento malandrino, muscoli in bella vista e andatura alla John Wayne. Indica il pancione di Laura e con aria soddisfatta ammicca: “Anche noi! La mia compagna è al secondo mese.”
Ci complimentiamo. Chiedo: “Ma allora quando nasce?”
Evidentemente lo prendo di sorpresa: “Mi pare ad aprile oppure ad agosto, il conto non l’ho fatto”. Si allontana imbarazzato, un po’ ingobbito, il passo ora sembra quello di Don Lurio.
A tal punto noi maschi rimaniamo spiazzati dall’arrivo di un figlio, da questo mistero di cui siamo corresponsabili in origine, ma poi semplici spettatori. Confondiamo l’ordine dei mesi, sproloquiamo su diari on line. Siamo ostinatamente felici, ma sappiamo che non ce lo meritiamo fino in fondo.

giovedì 17 settembre 2009

Lode all'altissimo

Leggo gli esiti dell’ecografia morfologica che da un Puntointerrogativo ci ha dato un Lorenzo. Tutte le misure degli organi corrispondono alla media prevista per la ventiduesima settimana. Tutte eccetto quelle dell’omero e del femore che risultano in anticipo di sette giorni. In altre parole sono più lunghe della media.
Non so se questo significhi obbligatoriamente che avremo un figlio giocatore di basket, ma conosco come va il mondo per non nutrire qualche preoccupazione. Appartengo, essendo vicino ai due metri di statura, a quella categoria di persone che si sono spesso sentite porre domande sul tempo meteorologico e sulla vista che si gode alla mia altezza da persone che si ritenevano spassose. Non si erano mai chieste se quella battuta potesse aver sfiorato in precedenza anche qualche altro migliaio di fini umoristi. È una condizione che condivido con tutti coloro che portano un nome originale o un cognome buffo, con quelli che hanno perso i capelli troppo presto o sono un po’ sovrappeso. Non siamo particolarmente permalosi, siamo solo annoiati.
Insomma bisognerà insegnargli la pazienza a questo bambino. La pazienza e la risposta che meritano coloro che percorrono le strade solite. Il riposante, sicuro rifugio della saggezza popolare: “Comunque altezza è mezza bellezza.” E per l’altra metà ci penseranno i geni materni ché i miei stanno già cominciando a compiere danni.

lunedì 14 settembre 2009

Il Magnifico

Lo chiameremo Lorenzo. Mio papà lo ha già ribattezzato Il Magnifico. Con un po’ di fantasia enigmistica è un nome che nasce dall’unione dei nomi dei suoi genitori. Addirittura, secondo la radice che si lega all’alloro, avrebbe lo stesso significato di Laura. Festeggia l’onomastico in una delle sere più stupite dell’anno tra le scie dei bolidi e il canto delle cicale. Scopro che il santo del 10 agosto, famoso per il martirio sulla graticola, era anche l’arcidiacono che si occupava delle attività caritative a Roma. In questa funzione si rese protagonista di un episodio che non finisce di commuovermi. Durante la persecuzione di Valeriano che condannò a morte tra i cristiani solo vescovi, presbiteri e diaconi, Lorenzo fu arrestato e gli venne intimato di consegnare tutte le ricchezze della chiesa. In cambio avrebbe avuto salva la vita.
Il 10 agosto, dopo aver distribuito le ricchezze ai poveri, si presentò ai persecutori portando con sé un esercito di storpi, malati ed indigenti dicendo: “queste sono le ricchezze della Chiesa.” La sera stessa fu martirizzato. E mi ritorna in mente quella lettera che un amico prete scrisse ad un suo superiore, lamentando un'eccessiva mondanità della Chiesa. Nella risposta gli si faceva notare che “non siamo più ai tempi del Vangelo”. E nemmeno a quelli di Lorenzo, mi sa.

venerdì 11 settembre 2009

Quello che le nonne non dicono


Ieri sera a cena a casa dei miei.

"Mamma abbiamo scelto il nome. E' un nome di santo come volevi tu. Ed è un Santo che si festeggia ad agosto..."
"Agostino!" - interrompe mia madre

Quando si dice più realisti del re :-)

giovedì 10 settembre 2009

Avviso ai negozianti

Gentili negozianti di abiti per neonati della città di Ragusa, vi avvisiamo che potreste ricevere la visita di una signora bionda dall’età di circa sessanta anni che vi chiederà di mostrarle tutto lo stock dei vostri prodotti per il suo nipotino in arrivo a gennaio.

La signora in questione dimostrerà interesse ed acquisterà qualsiasi accessorio per bimbo dagli zero mesi fino ai dodici anni, in quantità sufficienti per innalzare di mezzo punto il PIL nazionale.
Interrogherà i commessi su materiali, qualità e prezzi di ogni capo, vi metterà il negozio sottosopra, vi mostrerà le foto dei figli a 4 mesi chiedendovi se li conoscete e, al vostro diniego, vi esporrà, sbalordita della vostra ignoranza, il loro curriculum vitae.

Concluderà invariabilmente le trattative chiedendovi uno “sconticino”del 90% che assesterà una mazzata letale alle stime di ripresa economica comunicate dalla BCE.
Nel frattempo si lamenterà di figlio e nuora che chiameranno il suo nipotino Kevin, mentre lei vorrebbe tanto il nome di un santo, vi chiederà consigli, attaccherà bottone con tutte le persone che si trovano nel raggio di 200 metri dal vostro negozio, proverà e riuscirà, attraverso tecniche imparate da funzionari della STASI convertiti al cristianesimo, a vendervi 10 biglietti della riffa parrocchiale con in palio una statuetta del bambino Gesù a grandezza sovrannaturale.
È del tutto inutile provare a ricondurla alla ragione. Ci proviamo da anni, senza risultati.
Siete pregati di segnalarne la presenza ai gestori di questo blog che provvederanno a ricondurla a casa e si impegnano a sostenere le spese per la riabilitazione psico fisica dei vostri commessi. Non rispondiamo, invece, dell’incauto acquisto dei biglietti per il bambino Gesù (buona fortuna!) e no, non lo chiameremo Kevin, volevamo solo divertirci un po’.

mercoledì 9 settembre 2009

Per nome

Il nostro amico Antonio si è divertito a suggerire improbabili nomi per Puntointerrogativo come: Luigi Buñuel La Monica, Heinrich Böll La Monica, Wim Wenders La Monica, Giorgio Ivanovič La Monica, Jorge Luis Borges La Monica, William Shakespeare La Monica, Hans Magnus Enzensberger La Monica e per finire Giacomo Hillmann Saggezza La Monica.

Il suo omonimo e mio fratello si è tenuto un passo indietro e mi ha inviato l'allusivo e criptico testo di "Per nome", una bella canzone del Battisti panelliano tratta dall'album L'Apparenza. Oggi ricorre l'undicesimo anniversario dalla scomparsa di Battisti. Cliccando sulla foto è possibile ascoltare il pezzo e leggerne il testo.

martedì 8 settembre 2009

Chi ha tempo non aspetti tempo

Coraggio, portiamoci avanti col lavoro. Somiglia di più alla mamma o a papà?

La sconfitta di Amanda Lear

Le forze in campo per stabilire il sesso di Puntointerrogativo avrebbero fatto sembrare il Signore degli Anelli un torneo di gioco dell'oca. Da una parte la scienza del giovane ecografista modicano, la superstizione popolare della pancia a punta e la preveggenza della vecchietta al mare che battagliavano sotto le insegne del maschio. Dall'altra le sensazioni e le speranze di qualche amico e di molti parenti, la superstizione popolare dello sguardo alle mani (se si guarda il palmo è femmina) e l'acquisto uniforme di peso che sostenevano a gran voce e spada sguainata: femmina!

A dirimire la questione si è presentata, alle 7 e 40 del mattino, la mitezza e l'accuratezza di una dottoressa del Civile di Ragusa che con tanta pazienza ci ha spiegato ogni organo che andava scandagliando: la cisterna magna nel cervello (mai sentita prima), atri e ventricoli, ossa lunghe, polmoni, spina dorsale. Tutto perfetto, mentre Puntointerrogativo andava docilmente cambiando posizione per mostrarsi in una delle esperienze più religiose a cui mi sia trovato ad assistere. Almeno fin quando non mi è scappato un sorriso indagando la zona pubica, perché ho riconosciuto delle forme familiari, che mi appartengono e che fanno precipitare l'equilibrio familiare verso i giovedì di Uefa League (con la Roma di questa dirigenza non ci si può aspettare di più), i film western, i romanzi di Hemingway, lo studio della batteria e il rutto a tavola ( dio ti prego non a me, non a me!)

"Il pulcino è un maschio", ha detto con dolcezza la dottoressa, mentre l'ecografista modicano vinceva il Nobel, la teoria della pancia a punta entrava di diritto nei libri di scienza medica assumendo il nome di "Evidenza Puntainterrogativa" e alla vecchina di Punta Secca spuntavano, come in un film di Frank Capra, le ali.

venerdì 4 settembre 2009

La critica si divide


Ieri piccola festa per il compleanno di Silvana. Il mio post di ieri tra Gibbon e i Righeira era stato letto ed ha avuto tra i commensali una forte presa. Presa per il culo, soprattutto.
Tutti a dirmi che non era il caso di chiudersi nel tabuto così presto, che la vita è bella e lunga, che sto diventando padre e non nonno, che ho esagerato nei toni e nei paragoni, che il gusto letterario mi ha offuscato il blog e che settembre (mica è aprile!) non è affatto crudele. Tornando a casa trovo che anche il mio amico Sergio commenta una mio foto su Faccialibro dicendo che sembro un diciottenne. Insomma devo averli preoccupati.
La verità è che un Puntointerrogativo in arrivo cambia le prospettive dell'esistenza e in qualche modo ti dispone nello stato d'animo di colui che si prepara, per alcuni compiti, a passare la mano. Il post di ieri voleva proprio dire che, seppure molti orizzonti affascinanti si allontanano, altri bellissimi si preparano e mi sento bene e pieno di energie mature per affrontarli.
Oggi volevo provare a spiegare tutto questo, ma preferisco tenere basso il profilo e assicurare parenti e amici che sono nel pieno delle mie facoltà fisiche e mentali. O almeno così credo di aver scritto nel testamento ;-)

giovedì 3 settembre 2009

Tra Gibbon e i Righeira

Negli anni dell’università mi appassionò lo studio dell’ultima parte della storia romana. Quella degli imperatori adolescenti, dissoluti o filosofi, e quella degli spiriti lucidi e disperati che contrastavano la decadenza e, nel contempo, la corteggiavano.
Da allora mi attrae il declino e la caduta di ogni impero, persino quello delle stagioni che accompagnano gli anni del nostro vivere.
E sono uno spettatore affascinato anche di questa fine estate, con le cerimonie da spiaggia offese dalle apostasie dei temporali, il rombo quotidiano dei tuoni che si confonde con quello dei fuochi d’artificio per il santo patrono e il malessere dolce che accompagna l'arrivederci agli amici che incontreremo solo fra un anno, se gli dei sono propizi.
Intanto settembre, che conosce la malinconia, prova ad illuderci. Invia le sue giornate calde e sono come generali a presidio dei confini assegnati alle stagioni dal moto di rivoluzione terrestre. Si opporranno con qualche incursione nell’autunno che si appressa, pronto a dilagare e travolgere tutto con i bagliori del suo oro.
E inevitabilmente torno a guardarmi allo specchio e nel riflesso riconosco che questo periodo dell’anno e la mia età si somigliano. La gran parte della distesa estate è alle spalle, alle porte le ricchezze parche e le meditazioni dell’autunno. L’inverno è ancora lontano (eppure agognato) e la primavera, che sembrava imprigionata per sempre nell'ambra di fotografie vecchie venti anni, miracolosamente ritorna a farmi visita e germoglia accanto a me, gioiosa ed inquieta, nella pancia di mia moglie.

martedì 1 settembre 2009

paparazzi

Uno scatto colto dai futuri zii Antonio e Gina ai giardini di Ibla.