La femmina di tutte le specie animali mammifere sa come comportarsi da madre. Per i mammiferi maschi, invece, la paternità è un approdo recente e fabbricato senza l'aiuto di un istinto corrispondente. La qualità di padre, insomma, non l'abbiamo ricevuta dalla natura e va imparata nel corso della vita. Lo sostiene Luigi Zoja nel libro che porta lo stesso titolo che ho dedicato a questo post e che ha un sottotitolo di incandescente attualità: preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre. Devono averlo letto anche i miei colleghi futuri papà del corso preparto, ormai presenti in massa alle lezioni. Quasi tutti più agitati delle mamme, tutti responsabilizzati nel prendere i tempi delle contrazioni, nel massaggiare al travaglio e di non svenire al momento del parto.
Poiché la psicologia mi affida la parte di chi deve imparare, mi sono sentito molto tranquillizzato dalle spiegazioni degli ostetrici, mentre Laura, istintivamente, alternava le sue preferenze tra parti naturali, in acqua e cesarei a secondo delle immagini che ci mostrava l'ostetrico.
Forse, davvero, comincia da questi piccoli segni la scomparsa della figura classica del padre. Da questi piccoli segni e dall'espressione inebetita che aveva uno dei partecipanti al corso pre parto, diventato papà in anticipo sui tempi e totalmente alieno alle felicitazioni e ai parenti che gli giravano intorno. Insomma uno che dovendosi presentare a duello contro Achille avrebbe mandato avanti la tartaruga di Zenone o, al massimo, avrebbe invitato l'eroe al bar per festeggiare.
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