Questa mattina, come tutte le mattina in cui potrei stare a dormire fino alle dieci, mi sono ritrovato completamente insonne alle sette e un quarto. Esattamente quindici minuti prima dell’orario in cui la sveglia feriale mi ricorda che devo andare a lavorare, cogliendomi con una gran voglia di dormire fino alle dieci, magari le nove, mi basterebbero anche le otto e mezza.
Lo so, capita a tutti. E poi non sono il tipo da piangere sul sonno versato. Ho deciso, quindi, di dare letteralmente una mano a Laura che faticava a riposare a causa dei movimenti di Lorenzo. Ho appoggiato il palmo sul pancione, ho atteso i due o tre calcetti con cui di solito ci riconosciamo e sono rimasto lì, mentre lui tornava a sognare quello che sognano i bambini di quell’età: cordoni ombelicali fiammeggianti tra i bastioni di Orione, morbide fasce muscolari su cui dondolarsi, placente alate, enormi distese di vasi sanguigni che lo cullano al ritmo di Bach.
È un esperimento che io e Laura facciamo spesso. A lei consente di riposare, a me di sentirmi importante. Mi ero pure convinto di avere un qualche superpotere pranoterapeutico, almeno finquando non ho letto che è una faccenda piuttosto frequente e dipende dal fatto che la mano porta calore al bimbo e lo rasserena.
Peccato, perché stavo pensando che avrei potuto sfruttare commercialmente questo mio potere. Me ne sono convinto quando ho visto la mia casella di posta elettronica intasata da messaggi di amici ed ignoti in possesso del mio indirizzo, convinti che Bill Gates sia diventato l’uomo più ricco del mondo facendo testare i suoi programmi ad illustri sconosciuti che inoltrano una mail e vengono pagati con qualche chilo di bigliettoni da cento dollari (qui per saperne di più). Alle mie rimostranze (che trovate compendiate qui), qualcuno ha risposto che in effetti avevo ragione, ma in fondo “non si sa mai”.Lo so, capita a tutti. E poi non sono il tipo da piangere sul sonno versato. Ho deciso, quindi, di dare letteralmente una mano a Laura che faticava a riposare a causa dei movimenti di Lorenzo. Ho appoggiato il palmo sul pancione, ho atteso i due o tre calcetti con cui di solito ci riconosciamo e sono rimasto lì, mentre lui tornava a sognare quello che sognano i bambini di quell’età: cordoni ombelicali fiammeggianti tra i bastioni di Orione, morbide fasce muscolari su cui dondolarsi, placente alate, enormi distese di vasi sanguigni che lo cullano al ritmo di Bach.
È un esperimento che io e Laura facciamo spesso. A lei consente di riposare, a me di sentirmi importante. Mi ero pure convinto di avere un qualche superpotere pranoterapeutico, almeno finquando non ho letto che è una faccenda piuttosto frequente e dipende dal fatto che la mano porta calore al bimbo e lo rasserena.
Per cui sapete che vi dico? Se a qualcuno interessa sono un formidabile pranoterapeuta e addormento anche i bambini più discoli in cinque minuti cinque. Io ci provo, non si sa mai.
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