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mercoledì 25 novembre 2009

Oggi prigione tu, prigioniero io


Patrizia e Stefano me lo avevano detto. In una delle serate romane che trascorro assieme alla loro ospitalità e alla cucina superlativa di Patrizia, il discorso è caduto su bambini ed animali. Sarà stato qualche anno fa, quando nella mia vita non c'erano puntiinterrogativi o maghi miagolanti e nella loro c'erano un paio di furetti male in arnese. Mi hanno detto che l'accudimento sposta le prospettive. Prima trovavi esaltante un gol al volo di Totti, una rima di Gozzano, un tocco di basso di Roger Waters, una notte in cui riesci a vedere la Via Lattea dal giardino di casa. Poi arriva una creatura che si affida totalmente a te e la vita cambia.

Non volevo crederci, ovviamente. Un figlio si incastra tra le altre cose belle della vita che continuano tutte ad esserci e che diamine!

Mi sono tornati in mente, Stefano, Patrizia e le loro conversazioni, questo pomeriggio. Andando al lavoro cominciavo inconsciamente a sentirmi sollevato e quasi contento perché il gatto Merlino, dopo 3 flebo, 2 pasti sparati in bocca con la siringa e un antibiotico, ha quanto meno fatto la cacca.

Deve essere così che si comincia a consegnare la testa della Roma, dell'arte e dell'astronomia al boia dei ruttini, delle colichette, del pappo, del dindi e di tutti gli altri graziosi vezzeggiativi a cui dovrò abituarmi.

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