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giovedì 31 dicembre 2009

L'enigma della sfinge


Lunedì si è concluso il corso di preparazione al parto. La presenza assidua agli incontri mi ha chiarito definitivamente i tre compiti fondamentali cui deve assolvere ogni papà che si rispetti:

1) Assomigliare durante tutto il travaglio a Carletto Mazzone nell'ultimo quarto d'ora di un derby in cui ci si trova avanti di un gol, con un uomo in meno. In altre parole: svolgere una funzione meramente coreografica, pur rischiando ad ogni secondo le coronarie.

2) Percorere i 10 metri che separano la sala parto dalla neonatologia senza lasciarsi cadere il pupo dalle braccia per più di tre volte. Alla quarta, infatti, intervengono gli assistenti sociali e affidano il bimbo ad una famiglia di ultrareligiosi con 14 figli. Tra trent'anni si scoprirà che la stessa era solita officiare sacrifici umani ad Amon -Ra.

3) Scrivere l'SMS che annuncia all'orbe terracqueo la nascita dell'erede.

Io sono preoccupato soprattutto per quest'ultimo compito. Ho sempre trovato al limite del ridicolo l'abitudine di comunicare la nascita indicando che il bimbo pesa tot ed è alto tot. Esiste un'altra sola circostanza in cui introducono qualcuno tramite l'altezza e il peso, ma in quel caso la persona a cui ti presentano è solita rispondere: "io ti spiezzo in due".

D'accordo: un bambino appena nato non offre molti spunti, però ci terrei ad evitare la banalità. E allora come comunicare che sono diventato padre? Ecco alcune idee.

Informale: "Ehi, Amici, è nato Lorenzo. Quando smetterà di piangere vi chiamerà direttamente lui per raccontarvi come è andata"

Pubblicitario: "Vuoi perdere peso? Chiedi a Laura come..."

Facebook style: "A Vincenzo piace lo stato di Laura e Lorenzo"

Tautgramma: "Letizia lapalissiana: Lorenzo, laggiù, localizza la luce. Leggera Laura, lodata la levatrice"

Anagramma di Lorenzo La Monica (personalizzato per Antonio e Peppe): "Non calmerà lo zio"

Anagramma di Lorenzo La Monica (tutto suo padre): "Orzo non macellai"

Anagramma di è nato Lorenzo La Monica: "Al connazionale remoto"

Anagramma di è nato Lorenzo La Monica: "Nonni, ora alzo Telemaco"

Anagramma di è nato Lorenzo La Monica: "Mozart annoia col leone"

Crittografia mnemonica (per super esperti): "Il Magnifico ha un barbaro" (2, 5, 2, 7) Soluzione: Il parto di Lorenzo

Crittografia mnemonica (per enigmisti di bocca buona): "Jovanotti e Bellucci" (2, 7, 2, 6) Soluzione: Il Lorenzo La Monica

E, ovviamente, buon 2010 a tutti!

venerdì 25 dicembre 2009

Fenomenologia della tombola

I bambini piccoli, si sa, amano i giochi colorati, divertenti, movimentati e rumorosi. Resta un mistero, quindi, la loro passione per la tombola natalizia.
Ciò che sono arrivato a detestare di più nel rituale delle micidiali serate natalizie dedicate alla tombola sono le battute obbligatorie che si sono stratificate nel corso degli anni. Sono nate probabilmente per contrastare il tedio del gioco, ma, come spesso accade, il gioco stesso se ne è impadronito e le ha trasformate in letali armi da sbadiglio.
Immancabile, ad esempio, all’uscita del primo numero è la battuta di quello che esclama: “Ambo!”
Al giro successivo uno dei bambini presenti (quasi sempre il figlio di quello di cui sopra) in analoga situazione esagererà con un: “Tombola!”.
Anche il proprietario del cartellone principale (quando non è un infante di 9 mesi che ha ottenuto il privilegio minacciando di dar fuoco alla Honda 250 che ha appena ricevuto da Babbo Natale) non farà mancare la sua battuta annunciando immancabilmente il 66 con uno squillante: “Novantanove!”
C’è poi quello che immediatamente dopo l’uscita di un numero (per esempio il 24) zittisce tutta la tavolata e domanda: “Scusate, sapete se per caso è già uscito il 24?”.
Anche il sorteggio di un numero non gradito è spesso accolto da una battuta: “No, quello non mi serve, rimettilo dentro”
Quando poi qualcuno realizza la tombola, la procedura di controllo prevede che giunti all’ultimo numero il controllante prenda dal tabellone la tessera corrispondente e nascondendola in mano dica: “Eh no, questo non è uscito!”
Una volta il nostro amico Fabio, catalizzatore di sfortune proverbiali, si era inventato un premio di consolazione inferiore all’ambo, da attribuire a chi aveva messo un solo numero, mentre già gli altri si contendevano la tombola (a me e Laura capita spesso perché il gioco si accorge degli annoiati e li punisce). Lo aveva ribattezzato “ano” per assonanza con l’ambo, con l’uno e con l’anatomia che si associa alla fortuna. La proposta è stata accolta come una bestemmia in chiesa. E così nelle serate natalizie io e mia moglie ogni tanto ci sussurriamo: “Coraggio amore ho fatto ano” sperando che finisca tutto presto e promettendo solennemente che… il Natale prossimo settimana bianca!
Non l'abbiamo mai fatto e con un brivido penso alle festività dei prossimi anni, quando Puntointerrogativo mi vedrà spossato e vorrà giocare a cavalluccio, agli indiani, alla giostra e a nascondino, per poi arrivare alla serata di Natale quando invocherà il cartellone coi 90 numeri. Perché i bambini piccoli, si sa, amano i giochi che non amano i papà.

martedì 22 dicembre 2009

Pura razza Puntointerrogativa

Mia suocera è una S.S.
Prima che qualcuno telefoni al Centro Wiestenthal, mi affretto a precisare che le due lettere sono le iniziali del suo nome e cognome. Tutt’al più, stando alla capacità di preparare la pizza più buona del pianeta e di stirare le mie camicie e di tenerci pulita la casa ora che Laura non ce la fa più, io uso la coppia di sibilanti anche per abbreviarle il meritatissimo nomignolo di Super Suocera.
Qualcuno, però, sentendola parlare di bambini piccoli, potrebbe anche malignare. Nella famiglia di mia suocera, infatti, esistono solo persone bionde e con gli occhi azzurri e mia moglie ha trascorso un’infanzia geneticamente infelice, circondata da zii e cuginetti che sembravano attori di una pellicola perduta di Leni Riefenstahl.
Mia suocera, superata la delusione di due figli dalle evidenti caratteristiche mediterranee (“ma almeno uno mi poteva venire con gli occhi chiari” è il suo lamento più frequente, che si unisce al "Mischino!" che accompagna ogni nascita di bambino bruno di occhi e di capelli), sta riversando la sua attesa di rivalsa sul nostro Puntointerrogativo.
Sul terreno di gioco di Mendel, infatti, i conti sono presto fatti: le nonne sono entrambe delle presenze angeliche con occhi azzurri e capelli chiari, difensori della vera fede e delle caratteristiche più nobili del popolo europeo. I nonni, invece, si presentano tutti e due scuri come saraceni e diretti discendenti di un Gano di Maganza cromosomico.
Io e Laura siamo il miscuglio mandato a giocare la partita. Ignoriamo quali caratteristiche cromatiche riposino nei nostri geni e quale miscela si è combinata nel nostro Puntointerrogativo. Attendiamo la nascita di Lorenzo come i supplici dovevano attendere il responso della Sibilla Cumana. Eredità araba o normanna? Melanina a profusione o col contagocce? Camomilla o cioccolata? Bimbo del baby Shampoo Johnson’s o Calimero mischino e nero? Gesù di Zeffirelli o Gesù di Pasolini? Un tipo o un fenotipo? Purezza o ibridazione? Poiters o Roncisvalle?
Mamma mia che responsabilità essere genitori!

domenica 20 dicembre 2009

A me gli occhi


Siamo arrivati alla 37esima settimana e Puntointerrogativo è ormai un feto a termine di gravidanza. Se nascesse oggi il suo parto sarebbe considerato fisiologico. In altre parole, terminato lo sviluppo dei polmoni, non c'è più nulla in lui che non sia definitivo, eccetto un piccolo particolare.

Tra tuttte le caratteristiche fisiche di un neonato, infatti, il colore degli occhi non può darsi come stabilito alla nascita. Governata da diverse coppie di geni, la colorazione dell'iride alla nascita oscilla tra il blu scuro e il nero e si va sviluppando nell'arco dei primi tre mesi.
In questo modo la natura sta assestando un duro colpo alla pazienza di mia suocera che attende da trent'anni degli occhi chiari in famiglia, ma questo sarà oggetto di una prossima riflessione.

venerdì 18 dicembre 2009

Dummies di tutto il mondo, figliate!

Probabilmente conoscerete quella fortunata serie di libri "for dummies", cioé per imbranati, che spiegano con ironia come approcciarsi a varie tematiche quali il computer, il vegetarianesimo, la fotografia...
Il mio amico Claudio, che ringrazio, mi invia un'esilarante carrellata grafica di istruzioni per l'uso per neo genitori più che imbranati. Ho riso su tutte le vignette, tranne che per un paio che ho trovato veramente utili :-)

Trovate le istruzioni cliccando qui

mercoledì 16 dicembre 2009

Arrivi, partenze e ritorni

Una bella serata, la scorsa settimana, in compagnia di Emanuele e Stefania. Ore intere dedicate all'argomento della gravidanza visto che noi siamo nell'ultimo mese e loro al quinto. Sia Laura che Stefania, quando hanno preso consapevolezza della maternità, hanno ricevuto in sogno la visita di nonni o bisnonni defunti che si interessavano dei nuovi arrivi.
Lascio volentieri ai miei amici professionisti (Valentina e Giovanni, fatevi sotto!) l'interpretazione di questi eventi. Mi piace, tuttavia, pensare che il succedersi delle generazioni coinvolga dal loro Altrove anche gli affetti di cui abbiamo perduto la presenza fisica.

E' solo un caso, ma succede anche nel mito di Ulisse di cui sto leggendo. Il viaggio dell'eore all'Ade si conclude con due incontri. La prima ombra a farsi incontro ad Ulisse è quella di Agamennone, la seconda quella di Achille. Entrambi chiedono notizie dei loro figli e solo dopo aver ricevuto risposta lasciano Ulisse libero di tornare. In altre parole il legame tra i vivi e i morti è simile a quello dei padri coi figli. Leggo nel testo di Zoja: "Sui padri possiamo sempre contare perché, anche da morti, il loro pensiero è con noi"

In questi giorni se ne starà accorgendo anche la nostra amica Gianna, suo malgrado. E' a lei che ho pensato nello scrivere questo post.

domenica 13 dicembre 2009

A pezzi

Ieri sera, davanti al camino e con l'aiuto di Antonio e Gina, abbiamo cominciato il puzzle da 3.000 pezzi che raffigura la mappa settecentesca illustrata a lato. Con inguaribile ottimismo abbiamo fatto due conti che riguardano l'arrivo di Puntointerrogativo: lavoro a parte, ci attendono 5 cambi di pannolino al giorno, poppate ogni 2 - 3 ore, la medicazione dell'ombelico, le ninne nanne, il bagnetto quotidiano, i massaggi, le pesate, i controlli dal pediatra, le visite ai nonni, le notti insonni, qualche foto ricordo.
Insomma ci voleva proprio un passatempo per non annoiarsi nel tempo libero.

mercoledì 9 dicembre 2009

Nati e rinati


Ieri Merlino mi aspettava acquattato davanti alla porta della cucina. Nel tentativo di occultare ciò che resta delle sue crocchette, aveva sparso la sabbia della lettiera per il pavimento, poi vi era passato sopra con la zampa bagnata. Il tracciato di orme conduceva dritto alla sedia della cucina dove è tornato ad affilarsi le unghie. Insomma si è dichiarato veterinariamente guarito.


Ed è scampato dal suo stato confusionale anche John Wayne, il nostro vicino di casa che confondeva l'ordine dei mesi della gravidanza (qui il promemoria).

A scongiurare la sua precipitosa corsa mentale nell'abisso delle date, ci ha pensato il figlio che è nato l'altroieri, in netto anticipo sui tempi. Spero che a Lorenzo non venga in mente nulla del genere. Domenica parto per Roma dove mi fermerò per due giorni, non vorrei perdermi episodi decisivi per questo blog ;-)

sabato 5 dicembre 2009

It's christmas time (lapse)

Quando ho conosciuto Laura era circa il 12 A.C.C. (avanti centri commerciali). A quei tempi mi divertivo a prenderla in giro quando, il primo giorno di dicembre, la trovavo indaffarata nella costruzione dell'albero di Natale. La tradizione, come sanno tutti, prescrive l'erezione dell'albero per il giorno dell'Immacolata, l'otto di dicembre. Quell'anticipo, quindi, mi sembrava un po' infantile.

Nella nostra vita coniugale, comunque, mi sono adeguato all'usanza del primo dicembre. La trovate riassunta nel video in time lapse che ha coinvolto, più o meno attivamente, tutta la famiglia.

E pazienza se dopo 12 anni luminarie, panettoni, regali, alberi e presepi, affollano la città già dal 3 novembre.


martedì 1 dicembre 2009

Un altro eroe

Molti anni fa ho praticato, per circa un anno, la meditazione profonda. Partecipare alla lezione del corso preparto sul rilassamento era quindi come invitare Totti a giocare una partita scapoli contro ammogliati. Sono abitualmente così rilassato che ogni volta che assisto a qualcosa di noioso mi addormento subito, così come suggerisce la prima regola dell'uomo saggio (la seconda dice di non paragonarsi mai a Totti, potrebbero non cogliersi le differenze intellettuali).
L'incontro, invece, è stato parecchio istruttivo. Dopo i respiri di routine, abbiamo visitato la sala travaglio e quella parto che ci hanno fatto una buonissima impressione. C'era anche la vasca per il parto in acqua, ma quello che manca è il personale per praticarlo (alla notizia è seguita una tavola rotonda di affettuose parole sulle gestioni manageriali delle ASP).
L'ambiente, comunque, è molto meno complicato di quello che mi attendevo, quasi carezzevole e fondamentalmente spartano. Che non si mettano idee lussuose in testa, questi neonati!

L'ostetrica ci ha anche regalato un raccontino delizioso su un marito che ho subito sovrapposto all'Ettore del libro che sto leggendo.
Il nostro eroe ha assistito la moglie durante un travaglio durato 18 ore seguito da un parto molto laborioso. Alla fine di tutto, mentre la moglie lamentava i dolori, gli sforzi, le fatiche, le ansie, i punti di sutura, lui, un po' per partecipare, un po' per attirare l'attenzione, sbotta in dialetto la sua ira funesta: "E c'avissi a diri iu ca nun rurmii tutta a notti?" (per i non siculofoni: e che dovrei dire io che non ho dormito tutta la notte?). Ci vuol poco ad immortalarsi...

domenica 29 novembre 2009

Il gesto di Ettore

La femmina di tutte le specie animali mammifere sa come comportarsi da madre. Per i mammiferi maschi, invece, la paternità è un approdo recente e fabbricato senza l'aiuto di un istinto corrispondente. La qualità di padre, insomma, non l'abbiamo ricevuta dalla natura e va imparata nel corso della vita. Lo sostiene Luigi Zoja nel libro che porta lo stesso titolo che ho dedicato a questo post e che ha un sottotitolo di incandescente attualità: preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre. Devono averlo letto anche i miei colleghi futuri papà del corso preparto, ormai presenti in massa alle lezioni. Quasi tutti più agitati delle mamme, tutti responsabilizzati nel prendere i tempi delle contrazioni, nel massaggiare al travaglio e di non svenire al momento del parto.
Poiché la psicologia mi affida la parte di chi deve imparare, mi sono sentito molto tranquillizzato dalle spiegazioni degli ostetrici, mentre Laura, istintivamente, alternava le sue preferenze tra parti naturali, in acqua e cesarei a secondo delle immagini che ci mostrava l'ostetrico.
Forse, davvero, comincia da questi piccoli segni la scomparsa della figura classica del padre. Da questi piccoli segni e dall'espressione inebetita che aveva uno dei partecipanti al corso pre parto, diventato papà in anticipo sui tempi e totalmente alieno alle felicitazioni e ai parenti che gli giravano intorno. Insomma uno che dovendosi presentare a duello contro Achille avrebbe mandato avanti la tartaruga di Zenone o, al massimo, avrebbe invitato l'eroe al bar per festeggiare.

mercoledì 25 novembre 2009

Oggi prigione tu, prigioniero io


Patrizia e Stefano me lo avevano detto. In una delle serate romane che trascorro assieme alla loro ospitalità e alla cucina superlativa di Patrizia, il discorso è caduto su bambini ed animali. Sarà stato qualche anno fa, quando nella mia vita non c'erano puntiinterrogativi o maghi miagolanti e nella loro c'erano un paio di furetti male in arnese. Mi hanno detto che l'accudimento sposta le prospettive. Prima trovavi esaltante un gol al volo di Totti, una rima di Gozzano, un tocco di basso di Roger Waters, una notte in cui riesci a vedere la Via Lattea dal giardino di casa. Poi arriva una creatura che si affida totalmente a te e la vita cambia.

Non volevo crederci, ovviamente. Un figlio si incastra tra le altre cose belle della vita che continuano tutte ad esserci e che diamine!

Mi sono tornati in mente, Stefano, Patrizia e le loro conversazioni, questo pomeriggio. Andando al lavoro cominciavo inconsciamente a sentirmi sollevato e quasi contento perché il gatto Merlino, dopo 3 flebo, 2 pasti sparati in bocca con la siringa e un antibiotico, ha quanto meno fatto la cacca.

Deve essere così che si comincia a consegnare la testa della Roma, dell'arte e dell'astronomia al boia dei ruttini, delle colichette, del pappo, del dindi e di tutti gli altri graziosi vezzeggiativi a cui dovrò abituarmi.

sabato 21 novembre 2009

In palestra

E' stata una settimana complicata. Sabato scorso, senza lasciare un avviso e senza nemmeno una telefonata è sparito da casa Rigel. Il fatto che abbia natura canina non mi sembra una valida attenuante per il pensiero di una catastofre imminente a cui ci ha costretti.
L'abbiamo cercato a turni serrati, noi, mio suocero e mio cognato, battendo le zone circostanti senza nemmeno riuscire a capire quale varco abbia trovato per allontanarsi. E' riapparso dopo 48 ore, sporco, misterioso ed affamato, proprio quando mi ero rassegnato all'idea di segnalare a Roberto Giacobbo il primo caso di rapimento alieno di un quattrozampe.
"Questa casa non è una pensione per cani" ha mormorato, pratica, mia suocera nel riaprigli il cancello. Alla prima scodinzolata ha prevalso, tuttavia, il nostro non poterci non dire cristiani: abbiamo aperto le crocchette grasse e fatto festa e coccole, mentre i fratelli gatti ci fissavano, visibilmente contrariati, in fila ordinata col loro aspetto totemico.

Da qualche giorno, invece, si è ammalato Merlino. Pare una roba seria, che stiamo provando a curare. E tra le lacrime di Laura e lo sguardo da gatto mazziato dell'infermo , ho imparato anche a praticare le iniezioni. Insomma, la 33esima settimana di gravidanza comincia con equilibrismi tra accudimento e preoccupazioni, speranze ed accettazioni, libertà e necessità (che si fa virtù).
Deve capitare molto spesso a tutte quelle persone che hanno scelto professioni che si occupano di stare accanto alle realtà più fragili o a quelle piccole.
Sono lavori a carattere missionario, mal pagati e spesso solitari: i pochi veri insegnanti che restano, i pastori, alcune prostitute, gli infermieri, le badanti.
E, ovviamente, il mestiere più complicato tra tutti, quello per cui questa settimana è stata un'ottima, aperitiva palestra: il genitore.

domenica 15 novembre 2009

Buon sangue non Mendel

Gambe e braccia considerevolmente più lunghe della media, testina piccola, addome piccolo. Sembrerebbe la descrizione di un ragno e invece è il nostro Puntointerrogativo all'esito dell'ecografia della 32esima settimana.
Anche perché si tratterebbe di un ragno di un chilo e settecento grammi (roba che non si vedeva nemmeno nei B - movie radiottivi degli anni 70!)
I medici ci dicono che non c'è da preoccuparsi di queste sproporzioni (e mentre lo dicevano misteriosamente guardavano me) e che, anzi, probabilmente il parto potrebbe risultare più facile.

Durante l'ecografia Lorenzo ha improvvisato un piccolo show di movimenti, culminato in ripetuti tentativi di succhiare il cordone ombelicale. Ci ha fatto ridere molto e commuovere come sempre.

N.B. Devo fare ammenda per un abbasso (seppure scherzoso) di qualche post più in basso: evviva l'ostetrico che ci ha spostato l'incontro sul travaglio ad una data in cui posso essere presente.

venerdì 13 novembre 2009

Cosa avrei visto del mondo senza questa luce...

Il dolore, il silenzio della vita, fanno apparire il tempo più lungo e mi pare quasi che un oscuro ricordo mi dica che io in tempi lontani avevo vissuto lassù oppure nell'acqua
(Fleur Jaeggy, Le statue d'acqua)




lunedì 9 novembre 2009

Abbasso e alè


Evviva la nostra ginecologa che si è complimentata con Laura per il mantenimento del peso forma.

Abbasso la nostra ginecologa che ha prescritto dieci, dico dieci, punture a Laura per guarire dalla sciatica.

Evviva l'impareggiabile zia Carmela che con morbidezze da infermiera esegue le dieci, dico dieci, punture.

Abbasso tutte le amiche e le sconosciute del web che raccontano del loro parto come se fosse uno spettacolo del Grand Guignol.

Evviva le dieci, dico dieci, punture che stanno guarendo il nervo sciatico di Laura

Abbasso l'ostetrico che ha spostato la lezione sul travaglio ad una data per me impossibile.

Evviva Vincenzo ed Emanuela che ad aprile regaleranno un fratellino al nostro figlioccio Tommaso. E anche questo Puntointerrogativo si chiamerà Lorenzo.

Abbasso la pancia che è diventata pesante e non fa riposare bene.

Evviva il contenuto della pancia che cresce e trascorre il suo tempo a riposare e a prepararsi.

Evviva Merlino che è diventato un gatto buono e coccolone.

Abbasso quella parte di cielo che con alcuni amici è stata crudele.

Evviva gli amici che nelle ultime settimane ci hanno comunicato matrimoni, lauree, nausee da Puntiinterrogativi.

Evviva la vita e Rino Gaetano che la cantava.

sabato 7 novembre 2009

Consigli per gli acquisti

Qualcuno potrebbe pensare che io e Laura ci stiamo semplicemente preparando alla nascita del nostro Puntointerrogativo. Questo qualcuno si sbaglia. Noi stiamo facendo molto di più, stiamo nidificando. Neanche fossimo una coppia di cicogne bianche o di programmatori COBOL.

A sostenere la tesi della nidificazione è la "guida pratica alla crescita", compilata dai migliori esperti del settore e omaggio di una nota casa di prodotti per neonati che si trova "dove c'è un bambino".

Astuti come serpenti a sonagli i nostri estensori della "guida pratica alla crescita" hanno pensato di lasciare la parola al nascituro che già dall'utero informa noi genitori delle sue necessità, consigliandoci quel particolare modello di vasino, l'indispensabile kit aspirapidocchi o la soluzione nasale NASONET. Perché lui sa che lo vogliamo tanto bene e che ci prenderemo cura di lui nel migliore dei modi acquistando tutti i prodotti della nota casa di cui sopra.

A me è successa, allora, una cosa strana.

A me che negli anni ho provato Hurrà, ho usato un grande pennello e non un pennello grande, ho detto altolà al sudore e mi sono chiesto che mondo sarebbe senza Nutella.
A me che ho provato Sole e non l'ho lasciato più, che ho una lavatrice che vive di più con calfort e che dico "di tutto di più" invece di "chi più ne ha più ne metta".
A me che non vedo l'ora di arrivare a 40 anni per non sentirli, perché la potenza è nulla senza controllo, non c'è 12 senza 88 e ho soddisfazione nel dormire notti sane e sogni belli con filtro fiore Bonomelli.
A me che quando la diarrea mi sorprende la sorprendo con imodium, che Red Bull mi ha messo le ali e che life is now.
A me che per tanto tempo ho vissuto nel liquido amniotico della pubblicità e che per tutto il resto c'è Mastercard, a me, ad un certo punto, sono girate le palle: "E lo volete lasciare in pace questo bambino che neanche è nato è già ve ne impossessate per far soldi con i peggiori trucchi dei più tristi imbonitori?"

E di questo moto di stizza ne sono andato fiero. E mentre buttavo "Guida pratica alla crescita" nella differenziata pensavo con orgoglio: "Perché io valgo."


martedì 3 novembre 2009

Guerra e pace (dei sensi)

A partire da questa settimana Lorenzo dovrebbe aver completato lo sviluppo di tutti i suoi organi. Adesso avrà una sola preoccupazione: mettere peso. Ci si dedicherà con tutto l'impegno al ritmo di 200 grammi per ognuna delle 10 settimane che ci separano dalla nascita. Per fortuna Laura ha stabilizzato il suo peso a + 9Kg. Se continuerà così e se passerà il mal di schiena, potrà presentarsi quasi in perfetta forma al parto.
A soccorrere le forme comunque abbondanti, soprattutto sulla pancia, ci ha pensato la futura bisnonna Anna fornendo in prestito abiti più comodi ed accoglienti.
La collezione autunno inverno 2009 di mia moglie contempla, quindi, un ipnotico vestito rosso a pois bianchi e un camicione arancione contrabbandato come pigiama. I colleghi maschi staranno pensando che la situazione è sexy come trovarsi a letto Maria De Filippi col vestito da palombaro, ma quando si è arrivati all'ottavo mese di gravidanza l'eros si ritira come la Grande Armeé di Napoleone nella campagna di Russia. In altre parole va a fare danni altrove, lasciando i futuri genitori al freddo, disorganizzati, ma determinati nei compiti che li aspettano. Quello che ci vede impegnati al momento si chiama nidificazione e ne parleremo prossimamente.

sabato 31 ottobre 2009

L'esperienza



Oggi entriamo nella settimana numero 30. Da questo momento si alzano le probabilità di nascita e quelle di sopravvivenza per un feto nato prematuro. Se consultate libri, siti internet, conoscenti che ci sono già passati, sentirete ripetere come un mantra: "alla fine del settimo mese la borsa col corredino del neonato deve essere già pronta!"

Sarà per questo che al corso pre parto una futura mamma ha confessato con sincera contrizione di non avere ancora allestito un bel nulla. Le è venuta incontro l'ostetrica che ha fatto presente che in caso di parto prematuro i bambini finiscono in incubatrice, luogo dove è gradito un abbigliamento informale al massimo: in pratica ci si sta nudi.

Sollevati, continuiamo a mettere e togliere dal borsone body, calzette, ghette.
In fondo abbiamo tutto il tempo....

martedì 27 ottobre 2009

Effetti collaterali

Martedì della scorsa settimana Lorenzo ha trovato una comoda posizione fetale giusto sopra il nervo sciatico di Laura. In una casa a tre piani è come mandare in campo Vucinic per risolvere una partita della Roma. In queste sette giorni claudicanti Laura ha provato la tachipirina consigliata dall'esperienza, la ginnastica raccomandata dall'ostetrica, il riposo assoluto prescritto dalla ginecologa, la posizione della candela suggerita da internet e il cero a San Lorenzo imposto da mia madre. Oggi, con grande soddisfazione, abbiamo potuto constatare che Laura zoppica molto meglio.

sabato 24 ottobre 2009

Il cordone della Borsa

La terza lezione del corso preparto si è conclusa con un incontro col rappresentante di un'azienda per la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale.

Una sorta di assicuratore con tanto di depliant ad hoc che ha innescato un meccanismo subdolo in molti dei partecipanti. La proposta è quella di affidare le staminali del cordone del neonato a questa azienda inglese per assicurare un futuro al bambino. Perché il destino non si sa mai cosa ci riserva, ma i genitori si sa perfettamente come sono. Basta poi lasciarsi sfuggire parole terribili come leucemia o Alzheimer per suscitare principi di sensi di colpa e preoccupazioni. Niente paura: si possono lenire entrambi versando circa 3.000 euro per tenere ben sotto lo zero un po' di cellule staminali. E' anche l'ultima moda dei genitori VIP.
Lo capite da soli, in una società di spaventati cronici si sta profilando un business da capogiro che taglierà fuori chi non può permetterselo e su cui si fionderanno i migliori squali della finanza.

Il problema, però, è che questo sistema entra in diretta concorrenza con le banche pubbliche del cordone ombelicale che raccolgono, sul principio dell'AVIS, il sangue del cordone ombelicale e lo classificano secondo i genotipi per metterlo gratuitamente a disposizione di chi ne ha bisogno.

Si scontrano, quindi, due culture: da una parte l'accaparramento e l'egoismo (che si giustifica solo in presenza di malattie ereditarie in famiglia) di chi tiene il suo tesoretto di staminali surgelato e molto probailmente inutilizzato per vent'anni. Dall'altra parte la concezione del dono per aiutare "qui ed ora" chi è ammalato, che finisce per soccombere per sottrazione di risorse accumulate in vista di eventualità statisticamente poco probabili.

Mi piacerebbe che la Chiesa, prima di continuare ad affilare le armi contro la scienza sul terreno minato della bioetica, si soffermasse con più attenzione su quello dell'etica (e dell'etica della solidarietà soprattutto) che rischia di abbandonare a testimonial VIP e ai cupi fantasmi della paura.

mercoledì 21 ottobre 2009

Corredino di Svevia

Ad un certo punto della gravidanza fa la sua comparsa un ormone misterioso, un corriere chimico ancora sconosciuto alla scienza ufficiale sulla cui esistenza, però, ogni papà può essere pronto a giurare. Qualcosa, infatti, mette inequivocabilmente in moto un meccanismo parossistico nelle appartenenti al sesso femminile della famiglia in attesa del primo figlio. Tutte si proiettano concentrate su un unico obiettivo: il corredino per il pupo.

In tempi passati la preparazione del corredino veniva affidato a donne smisuratamente vecchie dalle caratteristiche rigorosissime: erano tutte signorine, avevano studiato ricamo da severissime suore e abitavano in casupole che erano anche bottega artigianale, dove ti accoglievano al buio. Tanto per loro era lo stesso, in quanto pagavano il prezioso dono dell’abilità manuale a prezzo della cecità totale. Sacrificate al tombolo come le Vestali al tempio, i loro nomi, che le future nonne si passavano di generazione in generazione, venivano tramandati a fior di labbra, perché le altre mamme non lo sapessero.

Anche quando sono nato io è stato così. L’ho scoperto in questi giorni, perché allo scoccare del magico ormone, mia mamma ha riaperto una cassa che aveva tutta l'aria di essere stata trafugata dal corredo funerario di Costanza d’Aragona che si custodisce nella Cattedrale di Palermo. Conteneva, invece, il mio corredino ricamato a mano per cui la famiglia sta ancora pagando le rate del mutuo. Sotto gli occhi luccicanti delle donne di casa hanno fatto la loro ricomparsa berrettini, camiciole, abitini e soprattutto lenzuola. Queste ultime riportavano configurazioni laocoontiche di cerbiatti, coniglietti e sette nani, ricamati sulla seta con virtuosismo da barocco leccese. A vegliare sulla loro innocenza una Biancaneve modellata sulla madonna di un pittore senese del ‘300. Poi è stata la volta delle bavette ricoperte di lamine d’oro e delle copertine decorate con smalti di Limoges. Le posate intarsiate in madreperla, purtroppo, non si trovano più, ma forti sospetti gravano su mio fratello che, in quanto secondogenito, avrebbe tanti buoni motivi di rivalsa.
Le mamme erano solite mostrare il corredino in apposite ostensioni a parenti ed amiche che tutte ripetevano come in un mantra: “che fino, che fino” e poi, almeno nelle speranze del possessore delle sete, si suicidavano come samurai.
Ai nostri giorni, i giorni nostri brutali e senza estetica, popolati da centri commerciali e prodotti in serie, l’ormone non esercita più il suo potere sulla qualità, ma sulla quantità.

Tra regali e acquisti nonneschi Lorenzo può già contare su 12 tutine, 18 body, 15 bavette, 7 camicette della fortuna, innumerabili paia di calzini e scarpine, 8 cappellini di lana, due giacchette. Questo ovviamente solo per i tre giorni dell’ospedale.

Per il resto sono già nella cassettiera autocostruita vestiti di tutte le taglie per la stagione estiva ed invernale, salopette, jeans e magliette per quando sarà più grandicello e persino una felpa taglia 40 vinta qualche anno fa (un segno dall’etere?) da Laura al cruciverba di Natale di Radio Dee Jay.
Purtroppo dagli otto anni in su, al momento, il bambino è scoperto, ma in Sicilia siamo fatti così, non ci piace esagerare.

lunedì 19 ottobre 2009

Operetta immorale

La scimmia che interpretava Cita nei film di Tarzan con John Weissmuller negli anni '40 è ancora in vita. Dovrebbe spettarle di diritto un posto nel Guinness dei primati.

L'ho presa alla lontana per verificare quanti capiranno la battuta del Guinness e per dire che alcune volte, eventi nascosti dietro qualche cancello della memoria, si ripresentano al nostro cospetto. Basta che qualcuno ce li riaccompagni per mano.
A me è capitato con la mia compagna di classe Natalia che ho ritrovato grazie al portentoso Faccialibro. Mi ha ricordato che in terza media terminai un tema su Leopardi scrivendo che se non fosse stato ciò che è stato " probabilmente avremmo avuto un grande poeta in meno, ma un uomo felice in più".

Sono un dilettante in materia di felicità, ma qualche esame universitario superato in letteratura italiana e affini mi fanno guardare con tenerezza a quella ingenuità e a quel periodo ipotetico con cui congedai un tema nell'adolescenza (che è poi ontologicamente essa stessa un periodo ipotetico, ma questa è altra faccenda).

"Ma che concezione avevi della felicità a 14 anni?" mi ha chiesto Natalia. Era una buona domanda. In fondo quel "se" riportato alla memoria valeva anche un "sé".

Non ho investigato molto, anche perché credo che non avrei trovato molto di più dell'abituale spleen di ogni quattordicenne. Sul momento, quindi, non ho risposto.
Da qualche giorno, tuttavia, tra una visita ai negozi per la prima infanzia e una filastrocca indirizzata nei dintorni del pancione, mi ritrovo ogni tanto a fantasticare su quali profonde corde dell'animo avrebbe intonato i suoi versi Leopardi se avesse avuto un figlio.

giovedì 15 ottobre 2009

E se prima ero solo al corso preparto

La seconda lezione del corso preparto si caratterizza per una agitatissima nuova iscritta che porta con sé un'interessante novità: il marito.
Non più solo, trovo un altro motivo di perplessità. L'ostetrica parla dell'olio alle mandorle per massaggiare il corpo e a quanto pare le quasi mamme lo fanno da sé, senza che i mariti vengano (o pretendano di essere) coinvolti. O tempora o mores. Che per i non latinofoni vuol dire: Gesùgiuseppemaria che generazione!

Infine Laura si gioca con un'altra corsista la maglia nera per chi ha preso più peso. Con le scacce, la Coca Cola e i biscottini alla marmellata di ieri sera, però, ha messo una seria ipoteca sulla vittoria finale.

martedì 13 ottobre 2009

Parto o non parto?

Qualche settimana fa Laura mi ha confessato di aver visto in rete diversi filmati di parti e di esserne uscita emotivamente malconcia. Ho avuto la stessa reazione che, a parti invertite, sarebbe seguita ad una confessione sul possesso di qualche gigabyte di filmati porno. "Ma io non ti basto?" "Non sei contenta di come provo a rasserenarti? C'è anche un blog per questo"
Da quel giorno tra noi è rimasto qualcosa di irrisolto, in attesa di una sfida all'OK Corral domestico.
Per fortuna il dio che atterra e suscita, che affanna e che consola, ha imparato ad usare il telefonino e ieri pomeriggio alle 15 si è fatto vivo per dirimere la questione: "Comincia il corso preparto. Oggi alle 16".

E noi, visto che da quelle parti non sono per nulla fiduciosi nel domani, abbiamo colto l'attimo e ci siamo fiondati in ospedale. Il programma, in effetti, prevede la visione guidata di filmati del travaglio e della nascita, oltre ad altri argomenti molto interessanti sulla respirazione, la cura del neonato, l'allattamento etc.
A me sono rimasti solo due dubbi. Il primo: se ci sono 10 ragazze con la pancia che in tutta evidenza ospita un feto di almeno 25 settimane, da qualche parte ci devono essere anche 10 uomini corresponsabili dell'incremento demografico nazionale. E allora perché ero io l'unico papà presente? Perché farmi sentire come una vacca nella più impervia ciusa dell'altopiano ibleo senza nemmeno il riparo di un carrubo?

Il secondo: ma questo filmato sul parto io avrò voglia di vederlo o sarà meglio adottare la tattica del pan per focaccia confessando le mie frequentazioni video con questa o quella attricetta che non si fa problemi di inibizione? Non sono un santo, ma in fondo mi pare di aver letto da qualche parte che sono pur sempre il miglior marito degli ultimi 150 anni. O non funziona sempre così?

lunedì 12 ottobre 2009

Non lasciatevi influenzare

Mi piace molto la campagna informativa predisposta dal Ministero della Sanità per prevenire i casi di influenza A.
Sono contento soprattutto per il riconoscimento toccato a Topo Gigio. Finalmente un pupazzo con un minimo di credibilità alla sanità italiana. Credo sia stato premiato il lavoro di una vita e il fatto che Gigio, rispetto ad altri suoi simili più famosi e sicuramente raccomandati, ha sempre avuto la serietà di non indossare assurde scarpe gialle.
L'infulenza A è una normale influenza. Con buona pace della grancassa suonata dalla stampa in questi giorni come in passato avvenne per la mucca pazza e l'aviaria.
Arriva una conferma, quindi, alla nostra scelta di non vaccinarci per questa o altri tipi di influenza nonostante le raccomandazioni riguardanti le donne incinte. Nelle settimane scorse abbiamo chiesto pareri a medici ottenendone opinioni diversissime e prudenti. Abbiamo ascoltato le informazioni degli organi di informazione, ci siamo confrontati con colleghe di pancia (anche loro tutte titubanti), abbiamo riflettuto sugli interessi delle aziende farmaceutiche.
Non ci vaccineremo, insomma, perché abbiamo avuto il fondato sospetto che su questa faccenda dell'influenza aleggi lo spettro di una gestione (ma cosa vi dico mai?) all'italiana.

giovedì 8 ottobre 2009

Pizzini metafisici

Sul foglietto c'è scritto "Anatheóresis". Me lo allunga con un sorriso la signora Salvatrice, la brillante responsabile del nostro centro di ascolto. Lei non sa che ho fatto il classico e che tengo un blog, ma sa che aspetto un figlio. In pratica mi invita ad approfondire questa tecnica di regressione non ipnotica che consente di rivivere le esperienze del passato fino al momento del concepimento (qui per Valentina e per tutti coloro che desiderano saperne di più). Il suggerimento, nemmeno tanto implicito, è quello di considerare il nostro Puntointerrogativo un essere già capace di sviluppare emozioni e relazioni che lo accompagneranno nel resto della sua esistenza.

Dal punto di vista chimico la relazione è un'evidenza, visto che l'organismo materno reagisce con segnali ormonali prima che la donna sia consapevole della gravidanza. Ma ora che il piccolo si è manifestato in tutti i suoi sei mesi? E' possibile stabilire un contatto prenatale con lui?
Noi stiamo sperimentando un gioco elementare: quando Lorenzo si fa vivo con un calcetto all’interno del grembo, diamo un colpetto proprio dove abbiamo sentito spingere. Dopo qualche giorno, quando abbiamo provato a chiamare dando un colpetto al ventre di Laura è stato lui a rispondere con un calcetto. Abbiamo riso, anche se un po' commossi. Chissà che idea si è fatto di noi. Ed ho pensato per analogia all'alba che coglie stupefatti gli astronomi, alle ispirazioni degli artisti, alle gioie dei contemplativi, alla perdita di sé dopo l'amore. Chissà a quale richiamo misterioso rispondono, se c'è un foglietto da qualche parte con su scritta una parola difficile e se riusciremo mai almeno a sbirciarla.

mercoledì 7 ottobre 2009

Figuracce Panini

Mentre scansiono le diapositive scattate da mio padre nei primi anni '80, mi passa tra le mani una tenerissima mia immagine con la maglietta della Roma (non originale, ma a quei tempi non ci badava nessuno). Sulle spalle la mamma mi aveva cucito un numero 8 in pelle, perché quell'anno avevamo comprato un giocatore della cui scelta ancora oggi vado fiero: Toninho Cerezo. Lo scatto è decisamente avvenuto in atmosfera primaverile, ma indosso sotto la maglietta di lana dura un'ulteriore camicia pesante e l'immancabile canottiera.
Bastavano 5 minuti di Roma - Juve organizzata in undicesimi con mio fratello per far uscire nostra madre: "Basta giocare ché sudate!"
E certo che sudavamo, mamma, avevamo addosso più lana noi che un gregge di merinos.
Ricordarsene quando toccherà a Lorenzo di uscire a giocare a pallone.

lunedì 5 ottobre 2009

E uno e due e tre e quattro


Siamo una famiglia sportivamente nella media. Abbiamo, cioé, una cyclette in camera da letto e la usiamo quotidianamente come comodo reggiabiti. Due anni fa ho osato l'acquisto di uno stepper che nel giro di una settimana si è conformato all'ordine dell'universo casalingo trasformandosi in un costoso modello di poggia scarpe per signora. Insomma non sarà l'orinatoio di Duchamp, ma il nostro ready made domestico è comunque funzionale all'equilibrio ginnico della casa.
Almeno fino ad oggi, quando gli incipienti dolori alla schiena di Laura l'hanno convinta ad intraprendere (rullo di tamburi) la ginnastica della gravidanza. Io ho letto da qualche parte che il cuore di un uomo effettua circa 56 milioni di battiti in una vita e non avendo intenzione di sprecarne nemmeno uno in attività sportive, ho assunto il ruolo di coach e di preparatore atletico. Insomma una Jane Fonda, ma più magra.

Ho praparato il tappeto indiano appena acquistato all'equo e solidale, abbiamo indossato il pigiama con i buchi strategici (piccolo incoraggiamento agli amici che hanno in mente di sposarsi, almeno non potrete dire che non vi avevamo avvertiti), ho acceso l'incenso aromatico alla fragola e ho cominciato a leggere lo svolgimento degli esercizi tutti incentrati sull'armonia interiore e la consapevolezza di sé. Un quadretto per cui anche il più compassionevole degli yogi avrebbe implorato un'immediata reincarnazione in un lombrico. Al secondo esercizio, subito dopo l'invito a concentrare l'attenzione sul bambino e sui nostri bisogni interiori, abbiamo pensato che aveva sicuramente ragione l'estensore dell'esercizio e siamo saliti in cucina a friggerci quattro sofficini Findus. Come diceva Osho: il sorriso che c'è in te.

domenica 4 ottobre 2009

Merchandasing

Una quindicina di anni fa cominciarono ad andare di moda delle T- shirt che riportavano versi di poesie o di canzoni, aforismi e battute cinematografiche celebri. Ne regalai subito una alla mia fidanzata di allora, probabilmente per sembrare più interessante di quel che ero.
La fidanzata è diventata moglie e anche io, sulla lunga distanza, ho dimostrato di avere un certo fiuto ;-)

sabato 3 ottobre 2009

Al cuor non si comanda



Mi allontano quattro giorni e Lorenzo attua le sue rappresaglie contro l'abbandono. Al controllo ecocardiografico di oggi si è fatto trovare di spalle. Ci potete scommettere, avrà avuto anche il broncio. Nel frattempo Laura ha avuto la conferma di quello che sospettava da qualche giorno. Non si è girato solo di schiena, ma ora si trova pure a testa in giù. "Bene per lei e per il parto- ha detto il pediatra -ma non per me che devo farmi venire le vertigini per vedere il cuore" La visita è andata via così, senza che se ne sia capito molto, ma "per quel che si è visto tutto bene. Coi bambini bisogna accontentarsi." E anche coi genitori Lorenzo, anche coi genitori. Girati che stasera ti canto "L'ufficio in riva al mare", un piccolo capolavoro di Bruno Lauzi, con una tenerissima immagine di libertà e fiducia per il proprio figlio. Riparo così ad una imperdonabile dimenticanza dello scorso post, che purtroppo sembra riguardare anche la storia della musica d'autore italiana da cui Lauzi è scomparso senza i clamori che meritava.

lunedì 28 settembre 2009

Etica fonetica - 3

Nel febbraio del 1987 io, mio fratello Antonio e il nostro amico Fabio abbiamo la precoce rivelazione che la vita è fondamentalmente ingiusta. Al Festival di Sanremo di quell’anno, infatti, il nostro beniamino Toto Cutugno è battuto dal trio formato da Morandi, Ruggeri e Tozzi che ci parvero dei super raccomandati da Pippo Baudo.
Di lì a pochi mesi il testosterone, tracimando, avrebbe invaso la nostra infanzia e dato una decisa virata ai gusti musicali portandoci su mondi lontanissimi, accendendo luci a San Siro, sparando con Piero un colpo dietro all’altro e cogliendo le prime mele. E i miei genitori, che in quanto ad arditezze non erano andati più in là di Celentano, ci guardavano cantare di gesuiti euclidei e pulci d'acqua. Quel febbraio lì, però, volevamo vincesse Cutugno e Cutugno cantava una zuccherosissima “Figli”.
Da allora ho incontrato tanti brani dedicati alla paternità, con i cantautori particolarmente propensi a dedicarsi alla tematica. Fatti salvi Battiato, De André e De Gregori che non mi pare abbiano preso in considerazione l’argomento, i versi più raccapriccianti sul tema sono ancora una volta di Cutugno. Li fa cantare ad un Adriano Celentano melanconico nel constatare che sulla gambe della figlia “le calze a rete han preso già il posto dei calzettoni”.
Che intanto il tempo se ne andava, se ne accorse pure Guccini, ma con tutt’altra pasta poetica e con un’attenzione anatomica leggermente più ardita.
Mi riferisco a “Culodritto”, una poesia con un incipit memorabile e un equilibrio sentimentale dosatissimo tra affetto, augurio e malinconia. Peccato che questa prova sia stata offuscata in anni più recenti dalla cupa tristezza di “E un giorno”. Avere figlie femmine, d’altronde, non deve essere semplice.
Anche Vecchioni ha affidato ad una canzone, "Figlia", il suo augurio ribelle per la figlia Francesca. Canzone bellissima a cui ha fatto seguito una imbarazzante “Piccolo pisello” composta in onore del figlio agli inizi degli anni ’90.
Figli maschi e canzoni oneste, cioè sulle loro corde, anche per Baglioni ("Avrai") e Jovanotti ("Per te"), che però non hanno mai avuto troppa presa su di me.
Le mie preferite sul tema rimangono, quindi, “Futura” di Dalla e la misconosciuta “Canzone per Sarah” una ninna nanna dolcissima che Branduardi inserì per la propria figlia nel fortunato album “Alla fiera dell’est”. Non ne ho trovato un video, ma qui si possono leggere le parole. E intanto il tempo se ne va e abbiamo finito il sesto mese.

N.B. Sarò a Pescara per lavoro durante tutta questa settimana. Lorenzo ha già dimostrato di potercela tranquillamente fare senza di me. Immagino che per voi valga lo stesso.

sabato 26 settembre 2009

Con le mani in mano

Questa mattina, come tutte le mattina in cui potrei stare a dormire fino alle dieci, mi sono ritrovato completamente insonne alle sette e un quarto. Esattamente quindici minuti prima dell’orario in cui la sveglia feriale mi ricorda che devo andare a lavorare, cogliendomi con una gran voglia di dormire fino alle dieci, magari le nove, mi basterebbero anche le otto e mezza.
Lo so, capita a tutti. E poi non sono il tipo da piangere sul sonno versato. Ho deciso, quindi, di dare letteralmente una mano a Laura che faticava a riposare a causa dei movimenti di Lorenzo. Ho appoggiato il palmo sul pancione, ho atteso i due o tre calcetti con cui di solito ci riconosciamo e sono rimasto lì, mentre lui tornava a sognare quello che sognano i bambini di quell’età: cordoni ombelicali fiammeggianti tra i bastioni di Orione, morbide fasce muscolari su cui dondolarsi, placente alate, enormi distese di vasi sanguigni che lo cullano al ritmo di Bach.
È un esperimento che io e Laura facciamo spesso. A lei consente di riposare, a me di sentirmi importante. Mi ero pure convinto di avere un qualche superpotere pranoterapeutico, almeno finquando non ho letto che è una faccenda piuttosto frequente e dipende dal fatto che la mano porta calore al bimbo e lo rasserena.
Peccato, perché stavo pensando che avrei potuto sfruttare commercialmente questo mio potere. Me ne sono convinto quando ho visto la mia casella di posta elettronica intasata da messaggi di amici ed ignoti in possesso del mio indirizzo, convinti che Bill Gates sia diventato l’uomo più ricco del mondo facendo testare i suoi programmi ad illustri sconosciuti che inoltrano una mail e vengono pagati con qualche chilo di bigliettoni da cento dollari (qui per saperne di più). Alle mie rimostranze (che trovate compendiate qui), qualcuno ha risposto che in effetti avevo ragione, ma in fondo “non si sa mai”.
Per cui sapete che vi dico? Se a qualcuno interessa sono un formidabile pranoterapeuta e addormento anche i bambini più discoli in cinque minuti cinque. Io ci provo, non si sa mai.

giovedì 24 settembre 2009

Etica fonetica - 2



“Lorenzo ascoltami bene, sono il papà!”
E' scandendo questa frase che inizio tutti i discorsi che rivolgo al nostro Puntointerrogativo. Lo faccio perché non mi rassegno agli esperimenti condotti sui neonati che dimostrano inequivocabilmente che i bambini di poche settimane non riconoscono i suoni paterni.

Messi in mezzo tra la voce della mamma e quella di un’estranea i lattanti si girano sempre dalla parte da cui proviene la voce materna. Tra il papà e un estraneo, invece, prestano attenzione indifferentemente all’uno o all’altro. Persino il battito cardiaco della mamma viene preferito alla voce del papà. Io ieri sera gli ho cantato “Grazie Roma” in un momento di entusiasmo da turno infrasettimanale e “Sognando la California” in omaggio al temporale in corso. E tutto questo finirà per confondersi in un indistinto brusio? Ha lo stesso valore dell’emissione di fiato di uno sconosciuto?
D’altra parte sono i rischi che si corrono quando si decide di mettersi un estraneo in casa.

martedì 22 settembre 2009

Etica fonetica - 1



Alla ventiquattresima settimana anche il sistema uditivo perde i punti interrogativi e si trova completamente formato. Il feto ascolta soprattutto il rumore del sangue che fluisce nella placenta. Dicono che assomigli alla risacca del mare ed è per questo che troviamo tanto rilassante ascoltare le onde che si affaticano contro le scogliere. Ci riportano alla tranquillità di un'esistenza amniotica.
Un altro suono costante nell'utero è il ritmo del cuore della mamma, ma il feto sarebbe anche in grado di ascoltare le voci e la musica che provengono dall'esterno. I libri e i siti internet, quindi, ci consigliano di parlare molto a Lorenzo e di fargli ascoltare musica.
Già, ma quale? Il nostro testo di riferimento cita degli studi della Boston University secondo cui gli autori che il bambino preferisce sono Mozart e Vivaldi sopra tutti. Seguono Chopin, Bach, Dvorak e Schubert. Qualche concessione alla modernità per Enya.
Da evitare il rock, Brahms e Beethoven (forse per timore di qualche effetto Arancia Meccanica, ma dimenticando l'adorabile Schroeder dei Peanuts).
Tutta la mia stima per la città in cui si forgiarono i destini dell’america indipendente e campioni come Larry Bird e Robert Parish che contesero negli anni ’80 i più bei titoli NBA ai Los Angeles Lakers, ma nutro qualche perplessità sugli studi.
Ci deve essere, infatti, un pentagramma che si curva da qualche parte e, correndo a precipizio, porta dalla sonata k331 e dalle toccate e fughe prenatali, alle tagliatelle di Nonna Pina e ai Caffè della Peppina della prima infanzia. Per poi inabissarsi ancora fino ad arrivare giù giù a Britney Spears e ai Tokio Hotel che leniscono malamente i brufoli dell’adolescenza. Qualcuno della Boston University ci starà studiando veramente su questa degradazione d'ascolto. Hanno parecchi fondi pubblici sulla East Coast.
Nel frattempo io e Laura ascoltiamo quello che abbiamo sempre ascoltato e che Euterpe ce la mandi buona.

venerdì 18 settembre 2009

il sogno nel cassetto

Appena capiscono che sei stato in grado di concepire un figlio, allora si aspettano di tutto da te. Persino che tu sia capace di montare la cassettiera per il bambino. Però è stata onesta. Me lo ha detto con quattro mesi di anticipo, per darmi tutto il tempo necessario. E così di venerdì sera mi sono ritrovato con il seguente foglietto per le istruzioni che in confronto il teorema di Gauss sembra l'istruzione per la sorpresa dell'ovetto Kinder.

Anni di videogiocate con Tomb Raider, tuttavia, mi hanno reso la vita più facile. Il venerdì sera si è fatto sabato mattina, i maledetti cacciaviti pensati per i destri hanno reso più difficile la sfida, ma anche più splendida l'impresa e il rebus si è risolto in una splendida cassettiera per Lorenzo. Mia moglie mi guarda incredula, mio figlio può essere fiero di me. Vado a letto ricoperto di gloria con la soddisfazione dell'uomo che si è fatto da sé il fai da te:

Vicini di pancia



Incrociamo per il vicolo il nostro dirimpettaio. Il solito portamento malandrino, muscoli in bella vista e andatura alla John Wayne. Indica il pancione di Laura e con aria soddisfatta ammicca: “Anche noi! La mia compagna è al secondo mese.”
Ci complimentiamo. Chiedo: “Ma allora quando nasce?”
Evidentemente lo prendo di sorpresa: “Mi pare ad aprile oppure ad agosto, il conto non l’ho fatto”. Si allontana imbarazzato, un po’ ingobbito, il passo ora sembra quello di Don Lurio.
A tal punto noi maschi rimaniamo spiazzati dall’arrivo di un figlio, da questo mistero di cui siamo corresponsabili in origine, ma poi semplici spettatori. Confondiamo l’ordine dei mesi, sproloquiamo su diari on line. Siamo ostinatamente felici, ma sappiamo che non ce lo meritiamo fino in fondo.

giovedì 17 settembre 2009

Lode all'altissimo

Leggo gli esiti dell’ecografia morfologica che da un Puntointerrogativo ci ha dato un Lorenzo. Tutte le misure degli organi corrispondono alla media prevista per la ventiduesima settimana. Tutte eccetto quelle dell’omero e del femore che risultano in anticipo di sette giorni. In altre parole sono più lunghe della media.
Non so se questo significhi obbligatoriamente che avremo un figlio giocatore di basket, ma conosco come va il mondo per non nutrire qualche preoccupazione. Appartengo, essendo vicino ai due metri di statura, a quella categoria di persone che si sono spesso sentite porre domande sul tempo meteorologico e sulla vista che si gode alla mia altezza da persone che si ritenevano spassose. Non si erano mai chieste se quella battuta potesse aver sfiorato in precedenza anche qualche altro migliaio di fini umoristi. È una condizione che condivido con tutti coloro che portano un nome originale o un cognome buffo, con quelli che hanno perso i capelli troppo presto o sono un po’ sovrappeso. Non siamo particolarmente permalosi, siamo solo annoiati.
Insomma bisognerà insegnargli la pazienza a questo bambino. La pazienza e la risposta che meritano coloro che percorrono le strade solite. Il riposante, sicuro rifugio della saggezza popolare: “Comunque altezza è mezza bellezza.” E per l’altra metà ci penseranno i geni materni ché i miei stanno già cominciando a compiere danni.

lunedì 14 settembre 2009

Il Magnifico

Lo chiameremo Lorenzo. Mio papà lo ha già ribattezzato Il Magnifico. Con un po’ di fantasia enigmistica è un nome che nasce dall’unione dei nomi dei suoi genitori. Addirittura, secondo la radice che si lega all’alloro, avrebbe lo stesso significato di Laura. Festeggia l’onomastico in una delle sere più stupite dell’anno tra le scie dei bolidi e il canto delle cicale. Scopro che il santo del 10 agosto, famoso per il martirio sulla graticola, era anche l’arcidiacono che si occupava delle attività caritative a Roma. In questa funzione si rese protagonista di un episodio che non finisce di commuovermi. Durante la persecuzione di Valeriano che condannò a morte tra i cristiani solo vescovi, presbiteri e diaconi, Lorenzo fu arrestato e gli venne intimato di consegnare tutte le ricchezze della chiesa. In cambio avrebbe avuto salva la vita.
Il 10 agosto, dopo aver distribuito le ricchezze ai poveri, si presentò ai persecutori portando con sé un esercito di storpi, malati ed indigenti dicendo: “queste sono le ricchezze della Chiesa.” La sera stessa fu martirizzato. E mi ritorna in mente quella lettera che un amico prete scrisse ad un suo superiore, lamentando un'eccessiva mondanità della Chiesa. Nella risposta gli si faceva notare che “non siamo più ai tempi del Vangelo”. E nemmeno a quelli di Lorenzo, mi sa.

venerdì 11 settembre 2009

Quello che le nonne non dicono


Ieri sera a cena a casa dei miei.

"Mamma abbiamo scelto il nome. E' un nome di santo come volevi tu. Ed è un Santo che si festeggia ad agosto..."
"Agostino!" - interrompe mia madre

Quando si dice più realisti del re :-)

giovedì 10 settembre 2009

Avviso ai negozianti

Gentili negozianti di abiti per neonati della città di Ragusa, vi avvisiamo che potreste ricevere la visita di una signora bionda dall’età di circa sessanta anni che vi chiederà di mostrarle tutto lo stock dei vostri prodotti per il suo nipotino in arrivo a gennaio.

La signora in questione dimostrerà interesse ed acquisterà qualsiasi accessorio per bimbo dagli zero mesi fino ai dodici anni, in quantità sufficienti per innalzare di mezzo punto il PIL nazionale.
Interrogherà i commessi su materiali, qualità e prezzi di ogni capo, vi metterà il negozio sottosopra, vi mostrerà le foto dei figli a 4 mesi chiedendovi se li conoscete e, al vostro diniego, vi esporrà, sbalordita della vostra ignoranza, il loro curriculum vitae.

Concluderà invariabilmente le trattative chiedendovi uno “sconticino”del 90% che assesterà una mazzata letale alle stime di ripresa economica comunicate dalla BCE.
Nel frattempo si lamenterà di figlio e nuora che chiameranno il suo nipotino Kevin, mentre lei vorrebbe tanto il nome di un santo, vi chiederà consigli, attaccherà bottone con tutte le persone che si trovano nel raggio di 200 metri dal vostro negozio, proverà e riuscirà, attraverso tecniche imparate da funzionari della STASI convertiti al cristianesimo, a vendervi 10 biglietti della riffa parrocchiale con in palio una statuetta del bambino Gesù a grandezza sovrannaturale.
È del tutto inutile provare a ricondurla alla ragione. Ci proviamo da anni, senza risultati.
Siete pregati di segnalarne la presenza ai gestori di questo blog che provvederanno a ricondurla a casa e si impegnano a sostenere le spese per la riabilitazione psico fisica dei vostri commessi. Non rispondiamo, invece, dell’incauto acquisto dei biglietti per il bambino Gesù (buona fortuna!) e no, non lo chiameremo Kevin, volevamo solo divertirci un po’.

mercoledì 9 settembre 2009

Per nome

Il nostro amico Antonio si è divertito a suggerire improbabili nomi per Puntointerrogativo come: Luigi Buñuel La Monica, Heinrich Böll La Monica, Wim Wenders La Monica, Giorgio Ivanovič La Monica, Jorge Luis Borges La Monica, William Shakespeare La Monica, Hans Magnus Enzensberger La Monica e per finire Giacomo Hillmann Saggezza La Monica.

Il suo omonimo e mio fratello si è tenuto un passo indietro e mi ha inviato l'allusivo e criptico testo di "Per nome", una bella canzone del Battisti panelliano tratta dall'album L'Apparenza. Oggi ricorre l'undicesimo anniversario dalla scomparsa di Battisti. Cliccando sulla foto è possibile ascoltare il pezzo e leggerne il testo.

martedì 8 settembre 2009

Chi ha tempo non aspetti tempo

Coraggio, portiamoci avanti col lavoro. Somiglia di più alla mamma o a papà?

La sconfitta di Amanda Lear

Le forze in campo per stabilire il sesso di Puntointerrogativo avrebbero fatto sembrare il Signore degli Anelli un torneo di gioco dell'oca. Da una parte la scienza del giovane ecografista modicano, la superstizione popolare della pancia a punta e la preveggenza della vecchietta al mare che battagliavano sotto le insegne del maschio. Dall'altra le sensazioni e le speranze di qualche amico e di molti parenti, la superstizione popolare dello sguardo alle mani (se si guarda il palmo è femmina) e l'acquisto uniforme di peso che sostenevano a gran voce e spada sguainata: femmina!

A dirimire la questione si è presentata, alle 7 e 40 del mattino, la mitezza e l'accuratezza di una dottoressa del Civile di Ragusa che con tanta pazienza ci ha spiegato ogni organo che andava scandagliando: la cisterna magna nel cervello (mai sentita prima), atri e ventricoli, ossa lunghe, polmoni, spina dorsale. Tutto perfetto, mentre Puntointerrogativo andava docilmente cambiando posizione per mostrarsi in una delle esperienze più religiose a cui mi sia trovato ad assistere. Almeno fin quando non mi è scappato un sorriso indagando la zona pubica, perché ho riconosciuto delle forme familiari, che mi appartengono e che fanno precipitare l'equilibrio familiare verso i giovedì di Uefa League (con la Roma di questa dirigenza non ci si può aspettare di più), i film western, i romanzi di Hemingway, lo studio della batteria e il rutto a tavola ( dio ti prego non a me, non a me!)

"Il pulcino è un maschio", ha detto con dolcezza la dottoressa, mentre l'ecografista modicano vinceva il Nobel, la teoria della pancia a punta entrava di diritto nei libri di scienza medica assumendo il nome di "Evidenza Puntainterrogativa" e alla vecchina di Punta Secca spuntavano, come in un film di Frank Capra, le ali.