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giovedì 24 settembre 2009

Etica fonetica - 2



“Lorenzo ascoltami bene, sono il papà!”
E' scandendo questa frase che inizio tutti i discorsi che rivolgo al nostro Puntointerrogativo. Lo faccio perché non mi rassegno agli esperimenti condotti sui neonati che dimostrano inequivocabilmente che i bambini di poche settimane non riconoscono i suoni paterni.

Messi in mezzo tra la voce della mamma e quella di un’estranea i lattanti si girano sempre dalla parte da cui proviene la voce materna. Tra il papà e un estraneo, invece, prestano attenzione indifferentemente all’uno o all’altro. Persino il battito cardiaco della mamma viene preferito alla voce del papà. Io ieri sera gli ho cantato “Grazie Roma” in un momento di entusiasmo da turno infrasettimanale e “Sognando la California” in omaggio al temporale in corso. E tutto questo finirà per confondersi in un indistinto brusio? Ha lo stesso valore dell’emissione di fiato di uno sconosciuto?
D’altra parte sono i rischi che si corrono quando si decide di mettersi un estraneo in casa.

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