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venerdì 18 settembre 2009

Vicini di pancia



Incrociamo per il vicolo il nostro dirimpettaio. Il solito portamento malandrino, muscoli in bella vista e andatura alla John Wayne. Indica il pancione di Laura e con aria soddisfatta ammicca: “Anche noi! La mia compagna è al secondo mese.”
Ci complimentiamo. Chiedo: “Ma allora quando nasce?”
Evidentemente lo prendo di sorpresa: “Mi pare ad aprile oppure ad agosto, il conto non l’ho fatto”. Si allontana imbarazzato, un po’ ingobbito, il passo ora sembra quello di Don Lurio.
A tal punto noi maschi rimaniamo spiazzati dall’arrivo di un figlio, da questo mistero di cui siamo corresponsabili in origine, ma poi semplici spettatori. Confondiamo l’ordine dei mesi, sproloquiamo su diari on line. Siamo ostinatamente felici, ma sappiamo che non ce lo meritiamo fino in fondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ricordo che per mio figlio facevo e rifacevo i conti delle settimane quasi ogni giorno d'attesa. non era una maniera per ingannare l'ansia, ma per l'ansia ad ingannare la memoria. E poi diciamocelo ci sentiamo felici e anche orgogliosi (se il figlio è maschio l'orgoglio poi raddoppia)ma soprattutto al primo figlio ci sentiamo spaventati e sorpresi nella nostra inadeguatezza. Il giro del mondo, il gioco dei generi difficilmente cambierà: per noi la paura per le mamme la fatica. D'altro canto loro (le mamme) raddoppiano fisicamente(almeno momentaneamente si spera) noi pregustiamo la amara sensazione che ci dà rimanere da parte e avolte essere NON visti. tutte le medaglie hanno sempre due facce, ogni cosa giusta ha il suo contrario e per ogni porta da cui uscire c'è sempre una finestra da cui rientrare.
così ho scritto!
(giò)

Vincenzo La Monica ha detto...

E hai scritto bene! Grazie.