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giovedì 31 dicembre 2009

L'enigma della sfinge


Lunedì si è concluso il corso di preparazione al parto. La presenza assidua agli incontri mi ha chiarito definitivamente i tre compiti fondamentali cui deve assolvere ogni papà che si rispetti:

1) Assomigliare durante tutto il travaglio a Carletto Mazzone nell'ultimo quarto d'ora di un derby in cui ci si trova avanti di un gol, con un uomo in meno. In altre parole: svolgere una funzione meramente coreografica, pur rischiando ad ogni secondo le coronarie.

2) Percorere i 10 metri che separano la sala parto dalla neonatologia senza lasciarsi cadere il pupo dalle braccia per più di tre volte. Alla quarta, infatti, intervengono gli assistenti sociali e affidano il bimbo ad una famiglia di ultrareligiosi con 14 figli. Tra trent'anni si scoprirà che la stessa era solita officiare sacrifici umani ad Amon -Ra.

3) Scrivere l'SMS che annuncia all'orbe terracqueo la nascita dell'erede.

Io sono preoccupato soprattutto per quest'ultimo compito. Ho sempre trovato al limite del ridicolo l'abitudine di comunicare la nascita indicando che il bimbo pesa tot ed è alto tot. Esiste un'altra sola circostanza in cui introducono qualcuno tramite l'altezza e il peso, ma in quel caso la persona a cui ti presentano è solita rispondere: "io ti spiezzo in due".

D'accordo: un bambino appena nato non offre molti spunti, però ci terrei ad evitare la banalità. E allora come comunicare che sono diventato padre? Ecco alcune idee.

Informale: "Ehi, Amici, è nato Lorenzo. Quando smetterà di piangere vi chiamerà direttamente lui per raccontarvi come è andata"

Pubblicitario: "Vuoi perdere peso? Chiedi a Laura come..."

Facebook style: "A Vincenzo piace lo stato di Laura e Lorenzo"

Tautgramma: "Letizia lapalissiana: Lorenzo, laggiù, localizza la luce. Leggera Laura, lodata la levatrice"

Anagramma di Lorenzo La Monica (personalizzato per Antonio e Peppe): "Non calmerà lo zio"

Anagramma di Lorenzo La Monica (tutto suo padre): "Orzo non macellai"

Anagramma di è nato Lorenzo La Monica: "Al connazionale remoto"

Anagramma di è nato Lorenzo La Monica: "Nonni, ora alzo Telemaco"

Anagramma di è nato Lorenzo La Monica: "Mozart annoia col leone"

Crittografia mnemonica (per super esperti): "Il Magnifico ha un barbaro" (2, 5, 2, 7) Soluzione: Il parto di Lorenzo

Crittografia mnemonica (per enigmisti di bocca buona): "Jovanotti e Bellucci" (2, 7, 2, 6) Soluzione: Il Lorenzo La Monica

E, ovviamente, buon 2010 a tutti!

venerdì 25 dicembre 2009

Fenomenologia della tombola

I bambini piccoli, si sa, amano i giochi colorati, divertenti, movimentati e rumorosi. Resta un mistero, quindi, la loro passione per la tombola natalizia.
Ciò che sono arrivato a detestare di più nel rituale delle micidiali serate natalizie dedicate alla tombola sono le battute obbligatorie che si sono stratificate nel corso degli anni. Sono nate probabilmente per contrastare il tedio del gioco, ma, come spesso accade, il gioco stesso se ne è impadronito e le ha trasformate in letali armi da sbadiglio.
Immancabile, ad esempio, all’uscita del primo numero è la battuta di quello che esclama: “Ambo!”
Al giro successivo uno dei bambini presenti (quasi sempre il figlio di quello di cui sopra) in analoga situazione esagererà con un: “Tombola!”.
Anche il proprietario del cartellone principale (quando non è un infante di 9 mesi che ha ottenuto il privilegio minacciando di dar fuoco alla Honda 250 che ha appena ricevuto da Babbo Natale) non farà mancare la sua battuta annunciando immancabilmente il 66 con uno squillante: “Novantanove!”
C’è poi quello che immediatamente dopo l’uscita di un numero (per esempio il 24) zittisce tutta la tavolata e domanda: “Scusate, sapete se per caso è già uscito il 24?”.
Anche il sorteggio di un numero non gradito è spesso accolto da una battuta: “No, quello non mi serve, rimettilo dentro”
Quando poi qualcuno realizza la tombola, la procedura di controllo prevede che giunti all’ultimo numero il controllante prenda dal tabellone la tessera corrispondente e nascondendola in mano dica: “Eh no, questo non è uscito!”
Una volta il nostro amico Fabio, catalizzatore di sfortune proverbiali, si era inventato un premio di consolazione inferiore all’ambo, da attribuire a chi aveva messo un solo numero, mentre già gli altri si contendevano la tombola (a me e Laura capita spesso perché il gioco si accorge degli annoiati e li punisce). Lo aveva ribattezzato “ano” per assonanza con l’ambo, con l’uno e con l’anatomia che si associa alla fortuna. La proposta è stata accolta come una bestemmia in chiesa. E così nelle serate natalizie io e mia moglie ogni tanto ci sussurriamo: “Coraggio amore ho fatto ano” sperando che finisca tutto presto e promettendo solennemente che… il Natale prossimo settimana bianca!
Non l'abbiamo mai fatto e con un brivido penso alle festività dei prossimi anni, quando Puntointerrogativo mi vedrà spossato e vorrà giocare a cavalluccio, agli indiani, alla giostra e a nascondino, per poi arrivare alla serata di Natale quando invocherà il cartellone coi 90 numeri. Perché i bambini piccoli, si sa, amano i giochi che non amano i papà.

martedì 22 dicembre 2009

Pura razza Puntointerrogativa

Mia suocera è una S.S.
Prima che qualcuno telefoni al Centro Wiestenthal, mi affretto a precisare che le due lettere sono le iniziali del suo nome e cognome. Tutt’al più, stando alla capacità di preparare la pizza più buona del pianeta e di stirare le mie camicie e di tenerci pulita la casa ora che Laura non ce la fa più, io uso la coppia di sibilanti anche per abbreviarle il meritatissimo nomignolo di Super Suocera.
Qualcuno, però, sentendola parlare di bambini piccoli, potrebbe anche malignare. Nella famiglia di mia suocera, infatti, esistono solo persone bionde e con gli occhi azzurri e mia moglie ha trascorso un’infanzia geneticamente infelice, circondata da zii e cuginetti che sembravano attori di una pellicola perduta di Leni Riefenstahl.
Mia suocera, superata la delusione di due figli dalle evidenti caratteristiche mediterranee (“ma almeno uno mi poteva venire con gli occhi chiari” è il suo lamento più frequente, che si unisce al "Mischino!" che accompagna ogni nascita di bambino bruno di occhi e di capelli), sta riversando la sua attesa di rivalsa sul nostro Puntointerrogativo.
Sul terreno di gioco di Mendel, infatti, i conti sono presto fatti: le nonne sono entrambe delle presenze angeliche con occhi azzurri e capelli chiari, difensori della vera fede e delle caratteristiche più nobili del popolo europeo. I nonni, invece, si presentano tutti e due scuri come saraceni e diretti discendenti di un Gano di Maganza cromosomico.
Io e Laura siamo il miscuglio mandato a giocare la partita. Ignoriamo quali caratteristiche cromatiche riposino nei nostri geni e quale miscela si è combinata nel nostro Puntointerrogativo. Attendiamo la nascita di Lorenzo come i supplici dovevano attendere il responso della Sibilla Cumana. Eredità araba o normanna? Melanina a profusione o col contagocce? Camomilla o cioccolata? Bimbo del baby Shampoo Johnson’s o Calimero mischino e nero? Gesù di Zeffirelli o Gesù di Pasolini? Un tipo o un fenotipo? Purezza o ibridazione? Poiters o Roncisvalle?
Mamma mia che responsabilità essere genitori!

domenica 20 dicembre 2009

A me gli occhi


Siamo arrivati alla 37esima settimana e Puntointerrogativo è ormai un feto a termine di gravidanza. Se nascesse oggi il suo parto sarebbe considerato fisiologico. In altre parole, terminato lo sviluppo dei polmoni, non c'è più nulla in lui che non sia definitivo, eccetto un piccolo particolare.

Tra tuttte le caratteristiche fisiche di un neonato, infatti, il colore degli occhi non può darsi come stabilito alla nascita. Governata da diverse coppie di geni, la colorazione dell'iride alla nascita oscilla tra il blu scuro e il nero e si va sviluppando nell'arco dei primi tre mesi.
In questo modo la natura sta assestando un duro colpo alla pazienza di mia suocera che attende da trent'anni degli occhi chiari in famiglia, ma questo sarà oggetto di una prossima riflessione.

venerdì 18 dicembre 2009

Dummies di tutto il mondo, figliate!

Probabilmente conoscerete quella fortunata serie di libri "for dummies", cioé per imbranati, che spiegano con ironia come approcciarsi a varie tematiche quali il computer, il vegetarianesimo, la fotografia...
Il mio amico Claudio, che ringrazio, mi invia un'esilarante carrellata grafica di istruzioni per l'uso per neo genitori più che imbranati. Ho riso su tutte le vignette, tranne che per un paio che ho trovato veramente utili :-)

Trovate le istruzioni cliccando qui

mercoledì 16 dicembre 2009

Arrivi, partenze e ritorni

Una bella serata, la scorsa settimana, in compagnia di Emanuele e Stefania. Ore intere dedicate all'argomento della gravidanza visto che noi siamo nell'ultimo mese e loro al quinto. Sia Laura che Stefania, quando hanno preso consapevolezza della maternità, hanno ricevuto in sogno la visita di nonni o bisnonni defunti che si interessavano dei nuovi arrivi.
Lascio volentieri ai miei amici professionisti (Valentina e Giovanni, fatevi sotto!) l'interpretazione di questi eventi. Mi piace, tuttavia, pensare che il succedersi delle generazioni coinvolga dal loro Altrove anche gli affetti di cui abbiamo perduto la presenza fisica.

E' solo un caso, ma succede anche nel mito di Ulisse di cui sto leggendo. Il viaggio dell'eore all'Ade si conclude con due incontri. La prima ombra a farsi incontro ad Ulisse è quella di Agamennone, la seconda quella di Achille. Entrambi chiedono notizie dei loro figli e solo dopo aver ricevuto risposta lasciano Ulisse libero di tornare. In altre parole il legame tra i vivi e i morti è simile a quello dei padri coi figli. Leggo nel testo di Zoja: "Sui padri possiamo sempre contare perché, anche da morti, il loro pensiero è con noi"

In questi giorni se ne starà accorgendo anche la nostra amica Gianna, suo malgrado. E' a lei che ho pensato nello scrivere questo post.

domenica 13 dicembre 2009

A pezzi

Ieri sera, davanti al camino e con l'aiuto di Antonio e Gina, abbiamo cominciato il puzzle da 3.000 pezzi che raffigura la mappa settecentesca illustrata a lato. Con inguaribile ottimismo abbiamo fatto due conti che riguardano l'arrivo di Puntointerrogativo: lavoro a parte, ci attendono 5 cambi di pannolino al giorno, poppate ogni 2 - 3 ore, la medicazione dell'ombelico, le ninne nanne, il bagnetto quotidiano, i massaggi, le pesate, i controlli dal pediatra, le visite ai nonni, le notti insonni, qualche foto ricordo.
Insomma ci voleva proprio un passatempo per non annoiarsi nel tempo libero.

mercoledì 9 dicembre 2009

Nati e rinati


Ieri Merlino mi aspettava acquattato davanti alla porta della cucina. Nel tentativo di occultare ciò che resta delle sue crocchette, aveva sparso la sabbia della lettiera per il pavimento, poi vi era passato sopra con la zampa bagnata. Il tracciato di orme conduceva dritto alla sedia della cucina dove è tornato ad affilarsi le unghie. Insomma si è dichiarato veterinariamente guarito.


Ed è scampato dal suo stato confusionale anche John Wayne, il nostro vicino di casa che confondeva l'ordine dei mesi della gravidanza (qui il promemoria).

A scongiurare la sua precipitosa corsa mentale nell'abisso delle date, ci ha pensato il figlio che è nato l'altroieri, in netto anticipo sui tempi. Spero che a Lorenzo non venga in mente nulla del genere. Domenica parto per Roma dove mi fermerò per due giorni, non vorrei perdermi episodi decisivi per questo blog ;-)

sabato 5 dicembre 2009

It's christmas time (lapse)

Quando ho conosciuto Laura era circa il 12 A.C.C. (avanti centri commerciali). A quei tempi mi divertivo a prenderla in giro quando, il primo giorno di dicembre, la trovavo indaffarata nella costruzione dell'albero di Natale. La tradizione, come sanno tutti, prescrive l'erezione dell'albero per il giorno dell'Immacolata, l'otto di dicembre. Quell'anticipo, quindi, mi sembrava un po' infantile.

Nella nostra vita coniugale, comunque, mi sono adeguato all'usanza del primo dicembre. La trovate riassunta nel video in time lapse che ha coinvolto, più o meno attivamente, tutta la famiglia.

E pazienza se dopo 12 anni luminarie, panettoni, regali, alberi e presepi, affollano la città già dal 3 novembre.


martedì 1 dicembre 2009

Un altro eroe

Molti anni fa ho praticato, per circa un anno, la meditazione profonda. Partecipare alla lezione del corso preparto sul rilassamento era quindi come invitare Totti a giocare una partita scapoli contro ammogliati. Sono abitualmente così rilassato che ogni volta che assisto a qualcosa di noioso mi addormento subito, così come suggerisce la prima regola dell'uomo saggio (la seconda dice di non paragonarsi mai a Totti, potrebbero non cogliersi le differenze intellettuali).
L'incontro, invece, è stato parecchio istruttivo. Dopo i respiri di routine, abbiamo visitato la sala travaglio e quella parto che ci hanno fatto una buonissima impressione. C'era anche la vasca per il parto in acqua, ma quello che manca è il personale per praticarlo (alla notizia è seguita una tavola rotonda di affettuose parole sulle gestioni manageriali delle ASP).
L'ambiente, comunque, è molto meno complicato di quello che mi attendevo, quasi carezzevole e fondamentalmente spartano. Che non si mettano idee lussuose in testa, questi neonati!

L'ostetrica ci ha anche regalato un raccontino delizioso su un marito che ho subito sovrapposto all'Ettore del libro che sto leggendo.
Il nostro eroe ha assistito la moglie durante un travaglio durato 18 ore seguito da un parto molto laborioso. Alla fine di tutto, mentre la moglie lamentava i dolori, gli sforzi, le fatiche, le ansie, i punti di sutura, lui, un po' per partecipare, un po' per attirare l'attenzione, sbotta in dialetto la sua ira funesta: "E c'avissi a diri iu ca nun rurmii tutta a notti?" (per i non siculofoni: e che dovrei dire io che non ho dormito tutta la notte?). Ci vuol poco ad immortalarsi...