
L'incontro, invece, è stato parecchio istruttivo. Dopo i respiri di routine, abbiamo visitato la sala travaglio e quella parto che ci hanno fatto una buonissima impressione. C'era anche la vasca per il parto in acqua, ma quello che manca è il personale per praticarlo (alla notizia è seguita una tavola rotonda di affettuose parole sulle gestioni manageriali delle ASP).
L'ambiente, comunque, è molto meno complicato di quello che mi attendevo, quasi carezzevole e fondamentalmente spartano. Che non si mettano idee lussuose in testa, questi neonati!
L'ostetrica ci ha anche regalato un raccontino delizioso su un marito che ho subito sovrapposto all'Ettore del libro che sto leggendo.
Il nostro eroe ha assistito la moglie durante un travaglio durato 18 ore seguito da un parto molto laborioso. Alla fine di tutto, mentre la moglie lamentava i dolori, gli sforzi, le fatiche, le ansie, i punti di sutura, lui, un po' per partecipare, un po' per attirare l'attenzione, sbotta in dialetto la sua ira funesta: "E c'avissi a diri iu ca nun rurmii tutta a notti?" (per i non siculofoni: e che dovrei dire io che non ho dormito tutta la notte?). Ci vuol poco ad immortalarsi...
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