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martedì 14 luglio 2009

Superstizione

Nella saggezza che si tramanda il popolo la gravidanza ha un posto di assoluto rilievo. Il tentativo di ricondurre a razionalità il mistero di una pancia che lievita si appoggia spesso ad evidenze aleatorie che acquisiscono credibilità tutte le volte che vengono confermate, mentre vengono subito dimenticate quando l'evidenza non conferma.
E allora se ingrassi in tutto il corpo, il figlio è di sesso femminile, se la pancia è a punta il figlio è maschio. E' vero: è successo alla cugina e alla vicina di casa. La foto in cui mia mamma incinta di me pare la donna cannone disegnata nell'album di De Gregori, invece, viene bellamente ignorata.
C'è anche chi sostiene che per il sesso conta l'ereditarietà e quindi, avendo io e Laura due fratelli maschi, ci toccherebbe un figlio maschio. E mentre Mendel si rigira perplesso nella tomba su cui sono cresciuti piante di pisum sativum, si aggiungono pure tutte le azioni da compiere o non compiere in gravidanza che le zie e le mamme ci hanno raccomandato: non pulire i pavimenti con lo straccio, bere un bicchiere di vino contro gli svenimenti (se lo sapessero Piero e Alberto Angela svenirebbero loro), non indossare collane, raccomandarsi a quel particolare santo e via ammonendo.

Che a tutto questo si dia un peso notevole, molto maggiore a quello che si riserva alle raccomandazioni mediche, è testimoniato dalle voglie e dalla faccia severissima con cui mia madre lancia strali infuocati a chiunque faccia cenno a prelibatezze che non sono presenti in casa.
Per fortuna Laura fino ad oggi non ha avuto nausee né voglie.
L'altra sera, però, a casa dei miei per cena, mia madre stava preparando un'insalata di rucola. Le ho chiesto: "Mamma puoi lavarla per bene col bicarbonato? Ti ricordi che Laura è risultata negativa alla toxoplasmosi?"
Ne ho ricevuto in risposta uno sguardo perplesso e una battuta fulminante: "Ma una volta come li facevamo i figli, che non esistevano tutte queste superstizioni?"

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