
Ieri la nostra ginecologa ha usato Angelsound (o una sua versione professionale) per ascoltare e farci ascoltare il battito cardiaco di Puntointerrogativo. L’impatto emotivo è stato indubbiamente forte, anche se stemperato dalla risata di Laura. Le ha ricordato i cani che di notte, in campagna, abbaiano da lontano richiamandosi l’un l’altro, fino a creare un concerto che mette una parola definitiva sulle possibilità di addormentarsi. Io e la ginecologa ne abbiamo convenuto e sorriso insieme.
A me è parso il suono di un lontano tam tam, o quello di un nobile fabbroferraio che pesta in un antro un suo ritmo indiavolato e costante. O il rumore del treno che ci portò a Milano tanti anni fa, quando ancora le ruote ferrate sbattevano sulle traversine. O ancora quel verso di Virgilio tutto allitterante per suggerire le quattro zampe dei cavalli al galoppo che squassano la terra: “quadrupedante putrem sonitu quatit ungula campum”.
O forse stiamo volando troppo alto, Puntointerrogativo, e la citazione latina potevo usarla meglio per quell’esame mai dato.
Riepiloghiamo: suono tellurico, eco di officine, timbro della madre terra con molti dei suoi figli animali, rimbombo vibrante di emozioni. Quanto di più alieno possa immaginare dalla placida distanza degli angeli e quanto di più vicino alla vita che laboriosamente si industria.
E chiamatelo “EarthSound of heart”, incapaci!
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