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sabato 27 giugno 2009

Vanità di vanità



E dunque sono brutto. Almeno secondo una ricerca europea riportata da Repubblica a questo link. La solita menata dell'innamoramento come trucco per trasmettere il miglior corredo genetico alla propria discendenza si conclude con una sorpresa: i maschi più belli, cioé quelli coi geni migliori e più appetibili, non sono abili a riprodursi e non sono nemmeno buoni padri. Corollari al teorema: fare un figlio dopo qualche mese dal matrimonio significa essere brutti. Brutti, ma "vincenti nell'inseminazione e padri attenti e premurosi." Insomma l'antica storia della bella senz'anima e della bruttina, ma tanto brava questa volta viene declinata al maschile. Poi mi sono ricordato che di solito queste ricerche finiscono sul giornale perché danno un accredito scientifico a banalità colossali (sei disordinato? sei di sinistra!) o a colossali futilità (quanto deve stare immerso un biscotto nel té, qual è la migliore traiettoria per i razzetti di carta etc.)

Questo non deve riempire di gioia i nostri ricercatori italiani che lavorano ancora con i 486 ed in perenne apnea per i fondi, ma almeno consola noi che aspiriamo alla bellezza double face.

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